Ieri sera alla Roundhouse di Camden, Londra, si è svolta l'annuale cerimonia di assegnazione dei Classic Rock Roll Honour Awards. Di fronte ad autentiche leggende del calibro di Alice Cooper e Jimmy Page, i Queen sono stati premiati con un Living Legend, il premio che viene conferito alle leggende viventi del rock.
Parlare dell'ennesimo premio assegnato ai Queen potrebbe apparire stucchevole, se non addirittura banale. Fin dai loro esordi e soprattutto dopo la pubblicazione di A Night At The Opera, la band ha collezionato ogni sorta di riconoscimento in ogni parte del mondo, tanto che elencarli tutti è un'impresa davvero ardua. Ma questo è l'anno in cui ricorrono numerosi anniversari, non ultimo quello di Bohemian Rhapsody che la storia della musica l'ha letteralmente cambiata, per cui quando si è chiamati sul palco per ricevere il giusto tributo non si può che essere orgogliosi, sia se sei un membro dei Queen che un loro fan.
Ed è proprio l'orgoglio del fan (chiamatemi pure nerd o queenerd, non mi offendo, anzi!) che mi ha spinto ieri sera a seguire la cerimonia attraverso i social network. Vedere Brian accanto a musicisti come Alice Cooper e Yoshiki (a proposito: Roger, dove diavolo eri?) è sempre emozionante, ti trasmette quel senso di appartenenza a qualcosa di grande, di importante e significativo per milioni di persone. Se poi a questo aggiungete lo stile sobrio e quasi timido di Brian, allora l'effetto complessivo è davvero toccante, perché vederlo in piedi mentre applaude Lemmy dei Mothorhead o Alice Cooper fa sempre un certo effetto. Di stelle (o presunte tali) con la puzza sotto il naso ne è pieno il mondo (e, purtroppo, ne sono piene anche le nostre povere orecchie), ma Brian ha quella capacità tutta sua di riconciliarti con il bello del music business. Non è poco, credetemi.
Sul palco, Brian è stato introdotto dall'amico Joe Satriani, un altro di quei chitarristi che hanno fatto la storia delle sei corde ispirandosi proprio a Brian May (e al quale ha regalato la Ibanez con la quale il Doc ha inciso Nothin' But Blue, ve la ricodate non è vero?). Ancora prima, ad apertura della serata, Yoshiki ha offerto al pubblico una versione al pianoforte (più archi) di Bohemian Rhapsody. L'artista giapponese è una nostra vecchia conoscenza, avendo collaborato con Roger Taylor (lo ripeto ancora una volta: Roger perché non c'eri?) per il brano Foreign Sand. Insomma, i corsi e ricorsi storici e musicali non sono mancati e hanno contribuito a rendere la serata ancora più bella.
Brian ha dedicato il premio soprattutto a Freddie Mercury, che ha definito "incredibile e irrefrenabile". E ha poi aggiunto: "Lo so, gli sarebbe piaciuto essere qui stasera. Accetto questo bellissimo premio anche a nome di Freddie, di Roger e John Ringrazio i nostri fans che da sempre ci danno un enorme supporto. E ringrazio tutti coloro che ci hanno votato".
E, a proposito di eventi live, sul red carpet Brian ha ricordato che l'anno prossimo i Queen e Adam Lambert (definito da Brian "un dono di Dio") saranno impegnati con i festival, un vero e proprio tour visto che sono state già annunciate tre date e altre se ne prevedono (questo lo dico io, non lui). I Queen non hanno mai partecipato ai festival, tranne a quei grandi eventi come il Live Aid a cui davvero non si poteva mancare. Brian ha spiegato che la band ha sempre detto di no alle tante proposte arrivate nel corso degli anni, perché prendere parte ai festival significa non avere il totale controllo dello show. Tuttavia è sempre stata una possibilità rimasta aperta e l'anno prossimo sperimenteranno questa nuova esperienza. La sfida ovviamente sta nel suonare davanti ad un pubblico che non sarà necessariamente lì per i Queen e al quale dovranno offrire un grande spettacolo in cui mettere davvero tutte le loro hits in un tempo che solitamente è inferiore a quello di un concerto in solitaria. Al Rock in Rio in Brasile ne abbiamo già avuto un grande assaggio. Tra pochi mesi i Queen ci serviranno un menù ancora più succulento. Ovviamente in stile leggendario.
@Last_Horizon