Negli ultimi anni le
Halloween Nights degli Universal Studios sono state un altro sbocco
creativo per musicisti del calibro di Slash, Black Sabbath e Rob
Zombie, che hanno visto la loro musica utilizzata come colonna sonora
e di ispirazione per questo tipo di show. Quest'anno è il turno del
chitarrista dei Queen Brian May, che sarà protagonista dell'evento
annuale di Halloween con il debutto negli Stati Uniti del suo
cortometraggio One Night in Hell, tratto dal suo libro Diableris,
scritto assieme a Denis Pellerin.
I visitatori del parco di
Hollywood potranno gustarsi i sei minuti di questo breve film che
sarà proiettato in diversi punti degli Universal Studios mentre
attendono l'ingresso ai labirinti ispirati a The Walking Dead e altre
pellicole simili. Per Brian May questa è la possibilità di
condividere la sua passione per le Diableries, una serie di immagini
stereoscopiche francesi risalenti al 1860 e che rappresentano un
mondo demoniaco abitato da scheletri.
Il cortometraggio è solo
l'inizio per May, che racconta a Billboard di come il passo
successivo sarà un film basato sulle Diabliers, che realizzerÃ
tenendo conto anche dei suoi attuali impegni con i Queen e il
cantante Adam Lambert. Abbiamo parlato col chitarrista subito dopo lo
show che la band ha tenuto al Rock in Rio.
Prima di te alle
Halloween Nights degli Universal Studios hanno partecipato i Black
Sabbath, Alice Cooper, Slash e Rob Zombie. Questo è il tuo modo di
mostrare alle persone il lato più hard-rock dei Queen?
(Ridacchia) Beh, questo
progetto non ha a che fare con i Queen, ad essere onesti. L'ho fatto
per me e per l'interesse che ho nelle Diableries, che risale a molto
tempo fa.Non è un horror convenzionale ed è basato sulla visione
dell'inferno che deriva dalla Chiesa dell'epoca. Era una cosa molto
reale per le persone di quel periodo.
Quando hai iniziato il
lavoro sul film?
E' il lavoro di una vita
in realtà , un atto d'amore per me, perché ho raccolto queste carte
per 40 anni. Finalmente siamo riusciti a mettere insieme la serie
principale di 72 immagini per offrire agli uomini del 21° secolo la
possibilità di vederle ancora una volta in 3-D, esattamente come li
avrebbero visti nel 1860. Quindi questo è qualcosa di molto profondo
con me.
Come hai scoperto
queste cards?
Se vedete queste carte vi
renderete conto che sono assolutamente mozzafiato. Mi sono imbattuto
in un paio di loro nel Mercato di Portobello Road a Londra nel 1970
circa, probabilmente. Il mercato apre molto presto la mattina, quindi
ero lì circa alle 6 del mattino in un freddo pungente. Trovai questo
ragazzo che faceva il commerciante di strada e che mi dice: "Dai
un'occhiata a queste, si chiamano Diableries. Scommetto che non hai
mai visto niente di simile prima di oggi". Aveva ragione, non
avevo mai visto niente di simile in vita mia. Così gli chiesi cosa
fossero, da dove venivano e il loro significato. Tuttavia ne sapeva
poco, così per i successivi 40 anni le Diableries sono divetate una
sorta di missione per saperne sempre di più.
Data la tua passione
per queste immagini, vedremo mai un lungometraggio dedicato alle
Diableries?
Stiamo lavorando su una
versione lunga al momento. Sì, diventeranno un film vero e proprio e
siamo a un buon punto: abbiamo una sceneggiatura e tutto il resto.
Anche in questo caso posso dire che non sarà un film horror
convenzionale; sarà una storia che riguarda il modo in cui la gente
ha visto l'inferno in un'epoca precedente alla nostra, quindi ha un
sacco di mistero e fantasia.
C'è un film che
rappresenta una fonte di ispirazione per te rispetto a questo
progetto?
C'è già un sacco di
ispirazione nelle cards. C'è una ricchezza assoluta di immaginazione
al loro interno. E' scioccante, alcune sono davvero inquietante, ma
c'è anche un sacco di divertimento. La satira è molto presente ed è
rappresentata da cose strane come il pattinaggio sul ghiaccio e le
regate di canottaggio fatte da questi scheletri. In altre invece si
vedono scene di tortura, ma in fondo stanno vivere la vita e il modo
di fare dell'inferno e questa è la parte misteriosa.In qualche modo
tutta questa rappresentazione dell'inferno è qualcosa di inquietante
perchè assai vicina al modo in cui viviamo le nostre vite reali.
Comporrai tu le
musiche per il lungometraggio delle Diableris?
Sì, e questa sarà una
vera e propria sfida. Mi è piaciuto molto farlo per il corto, anche
se l'ho realizzata incredibilmente in fretta. Ho avuto una sessione
di registrazione con un'orchestra che avevo prenotato a Praga a cui
ho chiesto di suonare l'Ouverture 1812 di Tchaikovsky, ma con una
sottile differenza. Così è accaduto in fretta, ed è stato davvero
divertente. E, naturalmente, al suo interno c'è We Will Rock You,
che è qualcosa di cui posso rivendicare la proprietà . Così si può
dire che la colonna sonora di One Night in Hell è mia e di la
proprietà sono io e Tchaikovsky.
Che non è esattamente
una pessima cosa! Avresti voluto collaborare con un compositore come
Tchaikovsky?
Mi considero molto
fortunato perché molti dei miei sogni si sono avverato, e questo è
in qualche modo uno di essi. Ho amato Tchaikovsky sin da quando ero
un ragazzino, e ricordo che il mio insegnante di musica ci diceva che
la Ouverture 1812 era spazzatura. Ma io pensavo: "No, so io
quello che mi piace", C'è tanta passione in questa composizione
e anche tanto senso del pericolo e tanta eccitazione. Sono un grande
fan della musica romantica, come dovrebbe essere correttamente
chiamata l'era di Tchaikovsky e di quei compositori russi. Sì, sono
molto felice di essere riuscito ad interagire con tutte queste grandi
cose. Ho sempre detto che uno dei grandi vantaggi di avere successo
in quello che facciamo è che si arriva a lavorare con le persone
migliori. Così vivo o morto che sia, si arriva a lavorare con la
crème de la crème.
Con chi ti piacerebbe
lavorare per questo film?
Abbiamo già la nostra
squadra, ma ho molti eroi nel mondo del cinema, di sicuro, come
Martin Scorese che è un mio eroe. Ho un sacco di eroi, suppongo, ma
in un certo senso, stiamo facendo questo in un modo piuttosto
europeo, perché il materiale è francese. Sono diventato saturo in
questo periodo, di questo modo di vedere le cose.
C'è già una data di
uscita programmata?
Speriamo nel 2017. Si tratta di un grande progetto e se non ho il tempo necessario a disposizione non lo faccio. Sono estremamente occupato, ma c'è un vecchio detto in Inghilterra che dice "Se vuoi che qualcosa sia fatto, allora chiedi di farlo ad un uomo molto occupato.”
Speriamo nel 2017. Si tratta di un grande progetto e se non ho il tempo necessario a disposizione non lo faccio. Sono estremamente occupato, ma c'è un vecchio detto in Inghilterra che dice "Se vuoi che qualcosa sia fatto, allora chiedi di farlo ad un uomo molto occupato.”
Questo significa che
sarai ancora impegnato con i Queen anche nel 2016?
Al momento non c'è
nessun piano, ma c'è la possibilità di fare qualcosa si. Sta
andando molto bene questo tour. Sono a Buenos Aires al momento.
Abbiamo aperto il Rock In Rio 30 anni dopo esserci esibiti di fronte
a 100.000 persone. È meraviglioso che la nostra musica si rivolge
ancora a una nuova generazione. Quindi probabilmente vedrete qualche
attività dei Queen anche l'anno prossimo.
Anche con della nuova
musica?
Non ne ho idea,
assolutamente. Bisogna immergersi in queste cose senza sapere nulla,
e sto lasciando fluire tutto.
ASCOLTA LA COLONNA SONORA DI ONE NIGHT IN HELL
(Fonte:
www.billboard.com)
@Last_Horizon