Il Dr Brian May, astrofisico e consulente della NASA


Non è la prima volta che vi racconto le imprese extra musicali di Brian May, rispetto alle quali ho sempre un occhio di riguardo perché sono talmente tante da non poter passare inosservate, anche perché il più delle volte rivestono davvero una grande importanza e un interesse non comune. Impossibile anche stavolta esimermi dal dire qualcosa a proposito della sua collaborazione con la Nasa, l'ente spaziale americano che è da poco tornata agli onori delle cronache per aver conquistato una meta straordinaria: Plutone.


Anche i telegiornali e gli organi di informazione italiani hanno dato grande risalto alla notizia. L'esplorazione spaziale affascina da sempre, non solo per i risvolti scientifici che derivano dalle scoperte, ma soprattutto perché le stelle e lo spazio costituiscono una fascinazione cui davvero nessuno è in grado di resistere. Accade fin dalla notte dei tempi, letteralmente, e non si può negare che i misteri del cosmo siano anche una sorta di “rappresentazione” dei misteri della vita terrena, tanto da aver spinto i nostri antenati a studiare il cielo come visione speculare di ciò che accade sulla Terra.

Brian May non è un nome nuovo per la Nasa. Già un anno fa è stato invitato a visitare la Orion, la navicella spaziale che presto prenderà il posto del glorioso Space Shuttle. Ora, l'amministratore delegato dell'ente spaziale statunitente Charlie Bolden ha chiamato il nostro chitarrista per far parte del team di esperti che dovrà analizzare i dati provenienti dalla New Horizon, la sonda che pochi giorni fa (esattamente il 14 Luglio) ha inviato sulla Terra le prime immagini della superficie di Plutone. Considerato una volta l'ultimo pianeta del Sistema Solare e oggi classificato come “pianeta nano”, di fatto è la frontiera più lontana che l'uomo abbia mai esplorato, seppur a distanza e con l'ausilio di un occhio elettronico.

Come sappiamo, l'interesse di Brian May per il cosmo risale a quando era ancora uno studente dell'Imperial College e solo la carriera musicale nei Queen ha ritardato (di qualche decennio a dir la verità) il conseguimento del meritato dottorato, ottenuto con una tesi dedicata al tema della polvere zodiacale, un lavoro che ha peraltro implementato servendosi dei dati racolti dal Telescopio Nazionale Galileo, di proprietà dell'Istituto Nazionale di Astrofisica italiano e che ha sede a La Palma, nelle isole Canarie. Successivamente si è reso protagonista di numerose iniziative di carattere scientifico, collaborando allo Starmus (il Festival dell'Astronomia) e al progetto Asteroid Day, volto a sensibilizzare la popolazione mondiale e le autorità sul pericolo costituito dai corpi celesti che potrebbero colpire il nostro pianeta. Brian ha anche pubblicato due libri dedicati all'astronomia: Bang! e The Cosmic Tourist.

Con l'esplorazione di Plutone si apre quindi per Brian un nuovo campo di indagine, il cui prestigio non può che emozionare anche noi fans della sua musica. E' stato introdotto nel team di ricercatori dal responsabile della missione di New Horizon, lo scienziato Alan Stern, che ha così presentato il nostro chitarrista/scienziato:

“Vorrei ora presentarvi un nuovo collaboratore scientifico che entrerà a far parte del nostro team. È arrivato dall’Europa per darci una mano con i dati raccolti dalla sonda, può darsi che qualcuno di voi lo conosca.”

Da parte sua Brian May, con il consuento atteggiamento timido ed emozionato, ha commentato:

“Io sono uno di quelli che in Europa è rimasto incollato al computer e alla tv per seguire ogni vostra mossa. Che risultato straordinario avete raggiunto! Avete ispirato il mondo. Grazie.”

La visita presso la Nasa è durata tre giorni, definiti “incredibili” dallo stesso chitarrista che ha poi pubblicato sul proprio sito le immagini di Plutone realizzate in versione stereoscopica per offrire al pubblico una visione in 3-D del pianeta. Naturalmente dietro l'aspetto “di immagine” ci sarà un lavoro scientifico basato sull'analisi dei dati raccolti dalla sonda. I risultati saranno elaborati da esperti di tutto il mondo, compreso il nostro Brian, il cui nome resterà legato per sempre ad uno dei progressi scientifici più importanti di sempre. Lo spazio profondo è sempre più illuminato e il disvelamento di quella specie di magia che sta lassù tra le stelle porterà anche il nome del Dr Brian May.

BRIAN MAY PRESENTA PLUTONE


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