Secondo un influente e autorevole
gruppo di scienziati, astronauti e rockstar, la ricerca preventiva
degli asteroidi che potrebbero colpire il nostro pianeta deve essere
accelerata di almeno cento volte rispetto a quanto viene fatto
attualmente per poter proteggere il nostro futuro. La richiesta
proviene da esperti di tutto il mondo che oggi 30 Giugno partecipano
all'Asteroid Day, un evento che sarà caratterizzato da una serie di
conferenze e dibattiti volti a far conoscere il pericolo
rappresentato dai corpi celesti ancora ignoti e che potrebbero essere
in rotta di collisione con la Terra.
Lord Rees, l'Astronomo Reale, e Brian
May, del gruppo rock dei Queen, sono due dei nomi compresi
nell'elenco di coloro che hanno sottoscritto la dichiarazione
dell'Asteroid Day, con la quale chiedono una rapida accelerazione
negli sforzi umani per trovare e monitorare gli asteroidi
potenzialmente pericolosi. Tra gli altri firmatari ci sono Peter
Gabriel, Richard Dawkins, Brian Cox e Eileen Collins, il primo
comandante femminile di uno Space Shuttle della Nasa.
"L'obiettivo è incrementare la
consapevolezza dell'opinione pubblica e dei governi sul fatto che
siamo sotto la minaccia di un attacco meteorico", ha dichiarato
al Guardian il chitarrista dei Queen Brian May. "E' stata fatta
luce e abbiamo visto alcuni grandi film, come quello con Bruce Willis
e possiamo dire che la minaccia è molto seria”.
L'Asteroid Day cade nell'anniversario
della caduta di asteroide nel 1908 nella regione siberiana di
Tungusk. L'oggetto celeste esplose a mezz'aria, rilasciando l'energia
pari a quella di una grande bomba all'idrogeno, che appiattiì 2.000
kmq di foresta di conifere. Per saperne di più leggi QUI.
Se un asteroide delle stesse dimensioni
esplodesse solo nell'atmosfera sovrastante una città come Londra,
l'esplosione potrebbe distruggere gran parte della città .
Addirittura anche chi si trovasse in zone lontane dal cuore della
città , come ad Oxford, potrebbe restare bruciata dal calore intenso
liberato nell'esplosione.
Da osservazioni effettuate con
telescopi terrestri, i ricercatori sanno che del milione o giù di lì
di asteroidi che potrebbero colpire un giorno la Terra, appena 10.000
sono noti e monitorati. Questo significa che per il 99% degli
asteroidi che potrebbero rappresentare un pericolo reale, oggi non
sappiamo nulla
"Sono chiaramente una minaccia e
per la prima volta è possibile fare qualcosa per ridurre questa
minaccia," chiarisce Lord Rees. "E' ora possibile fare un
sondaggio di tutti gli asteroidi potenzialmente pericolosi per la
Terra con un diametro di 50 metri, ed è bene precisare che oggetti
del genere impattano con il nostro pianetacirca una volta ogni cento
anni. Si potrebbe quindi controllare le loro orbite per vedere se
sono in rotta di collisione con la Terra ed entro 20-30 anni
sviluppare la tecnologia in grado di deviarne la traiettoria",
ha aggiunto.
Asteroidi grandi diversi chilometri
possono colpire la Terra ogni 10 milioni anni circa e sono in grado
di causare distruzione su scala globale, come quello che colì il
Messico ponendo fine all'esistenza dei dinosauri. Poiché la maggior
parte della superficie terrestre è coperta da acqua, gli asteroidi
hanno maggiori probabilità di impattare proprio negli oceani e se
ciò accadesse le conseguenze sarebbero disastrose per tutti i
continenti, con onde di tsunami capaci di distruggere per km le coste
americane ed europee, se ad esempio una meteora cadesse
nell'Atlantico.
"Abbiamo dati piuttosto grezzi sul
fenome, ma sappiamo quando una particolare asteroide sta per colpire.
Se abbiamo intenzione di prendere precauzioni, abbiamo bisogno di
conoscere le orbite di tutti questi corpi ", continua Rees nella
sua spiegazione. "La prima cosa da fare è indagare per i
scoprire se ci sono asteroidi che sembrano essere in rotta con
un'alta probabilità di colpire entro i prossimi 50 anni. Se
riusciamo a prevedere un impatto con così largo anticipo, avremo
anche il tempo sufficiente per lavorare alla tecnologia necessaria
per scongiurare il pericolo”.
Una missione, proposta dalla Nasa ha lo
scopo di catalogare i due terzi degli asteroidi e degli altri oggetti
che in astratto possono rappresentare un pericolo per la Terra e che
sono più grandi di 140 metri. Si chiama NEOCam ed è un progetto che
utilizza una telecamera a raggi infrarossi per raccogliere
informazioni sulle dimensioni degli asteroidi, la loro forma, la
rotazione e la composizione. Una missione privata chiamata Sentinel,
di cui Brian May è uno dei finanziatori, ha realizzato un telescopio
a raggi infrarossi nello spazio, ed è guidata da Ed Lu, un ex
astronauta dello Space Shuttle.
Gli scienziati sono attivamente alla
ricerca di nuovi modi per proteggere la Terra da eventuali asteroidi.
Una strategia è quella di mandare in crash un veicolo spaziale
contro l'asteroide, così da cambiarne la traiettoria. Un'altra
opzione è un "trattore di gravità ". In questo scenario,
un veicolo spaziale vola accanto a un asteroide in arrivo per un
tempo sufficiente affinché possa fungere da vero e proprio
rimorchiatore gravitazionale, capace di deviare la rotta
dell'asteroide abbastanza per passare vicino la Terra in modo sicuro.
Entrambe le soluzione tuttavia potrebbero incorrere in problemi in
una situazione reale, perché in un caso la spinta potrebbe non
funzionare come previsto, nell'altro l'asteroide potrebbe modificare
non abbastanza da evitare la collisione col pianeta.
L'opzione nuclerare, invece, è
allettante per Hollywood, ma meno per molti scienziati, tra cui anche
Brian May, che ha un dottorato di ricerca in astrofisica. "Bombardare
con testate atomiche un asteroide non è probabilmente la più grande
delle opzione, perché si genererebbero una quantità indefinita di
frammenti impossibili da intercettare. Deviare invece il percorso
della meteora può essere la soluzione più saggia”, ha spiegato.
"E' assolutamente possibile che ci sia qualcosa là fuori della
grandezza giusta per distruggere una delle principali città del
mondo, e questa è una cosa molto grande: si sta parlando di un
disastro umano su vasta scala. Si tratta della fine di tutti noi, di
tutte le persone sul pianeta, di tutte le creature viventi e di tutto
ciò che abbiamo costruito. Affrontare per tempo il pericolo è una
sorta di assicurazione, se volete”.
(Fonte:
www.theguardian.com)
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