Tra le tante cose che non devono
mancare nella mia vita, il cinema ha uno spazio davvero importante.
Adoro i film, li rivedo anche decine di volte se mi hanno affascinato
e, naturalmente, sono un onnivoro e non ho davvero preferenze di
generi e stili. Per questo trovo molto interessante il coinvolgimento
di Roger Taylor nella produzione del film Solitary, di cui proprio
oggi ci sarà l'anteprima inglese a Soho, probabilmente alla
presenza dello stesso Roger ormai rientrato in UK (domani i Q+AL si
esibiscono vicino lo stadio di Wembley).
Certo, un film può anche riuscire
male, risultare sgradevole, banale. In una parola: brutto. Ma l'idea
secondo cui si debba giudicare una cosa prima di averla vista, magari
solo perché ci si vede dietro un'operazione commerciale non mi
appartiene. E' necessario applicare alle cose il dovuto rispetto,
specie quando c'è di mezzo una forma d'arte come il cinema, al di lÃ
di chi ne sono gli interpreti e gli autori. Attori e regista sono
degli sconosciuti? Lo era anche Steven Spielberg quando ha girato il
suo primo film (un episodio, ebbene si, del Tenente Colombo!). Per Solitary sono già chiare alcune
cose: si tratta di un film indipendente, non di una produzione
faraonica e se non sapete molto di cinema dovete approfondire il
concetto di cinema "indie", che non fa assolutamente rima
con prodotto scadente. Anzi, spesso essere svincolati dalle logiche
di Hollywood fa solo bene. E poi di questa pellicola sappiamo che al
timone (la regia) c'è il nipote di uno dei direttori più importanti
degli Actor's Studio, Lee Strasberg, che ha avuto tra i suoi allievi
tale Al Pacino. Vedremo se il nipote, il regista Sasha Krane ne ha
ereditato i geni. E, ancora, c'è un cast nuovo, forse addirittura
bizzarro, che mette assieme figure famose del teatro inglese come
Anita Dobson (proprio la Signora May) e un pezzo di famiglia Taylor,
col figlio Felix e soprattutto l'attuale moglie Sarina, anche lei in
veste di co-produttrice oltre che di co-protagonista.
Oggi, come detto, Solitary approda in
Inghilterra, dopo aver viaggiato oltreoceano alla conquista di tre
awards nell'ambito dell'Idyllwild International Film Festival, un
biglietto di presentazione niente male se si pensa che si tratta di
una produzione di basso profilo che pur avendo sfruttato le risorse
di Roger in veste di produttore, ha scelto di proseguire sulla via
del cinema indipendente, anche dal punto di vista finanziario. Questo
ovviamente sarà solo il primo passo, perché la pellicola verrÃ
distribuita anche a livello internazionale, Italia compresa.
L'aspetto per noi fans più interessante è la colonna sonora scritta
e suonata da Roger Taylor che, come sempre accade in questi casi,
dovrebbe anche uscire in cd (e siamo anche in attesa della soundtrack
firmata da Brian per il film 51Degrees North). Il rapporto tra i
Queen e il cinema è sempre stato stretto, non solo grazie a Flash
Gordon e Highlander, passando per il numero infino di film nei quali
c'è almeno un brano dei nostri (Iron Eagle, Happy Feet, Ted e mille
altri), ma anche in ragione dello stile della band, tanto in studio
quanto dal vivo. Una volta, in occasione dell'uscita di The Miracle,
Freddie Mercury definì i Queen come i Cecil B. Demille del rock, per
intenderci il regista de I Dieci Comandamenti. Una visione perfetta
di ciò che i Queen rappresentano con la loro musica. Sono convinto
che se la storia del gruppo fosse proseguita diversamente, il loro
ingresso nel mondo del cinema sarebbe stato ben più frequente. E'
una strada da percorrere molto interessante e la speranza (almeno la
mia) è che Roger (ma anche Brian) possa prenderci gusto. L'arte va
alimentata con la costante ricerca di nuovi progetti, di idee da
modellare e portare alla luce. Quando questo accade si genera quel
meccanismo perfetto in cui la felicità non è solo dell'autore ma
anche del semplice spettatore. Vedremo se Solitary sarà capace di
alimentare questo splendido scambio tra artista e fans.
@Last_Horizon