I fans di Adam Lambert sono sfortunati.
Assieme al loro beniamino saranno costretti a vivere l'impossibile
confronto con Freddie Mercury. Non hanno alcuna speranza ovviamente,
perché Freddie è una leggenda e non ci sarà mai un cantante come
lui, né dal punto di vista vocale né della performance sul palco.
Non è un'offesa nei confronti di Adam, ma una semplice presa di
coscienza dell'inevitabile. Eppure.... eppure i cosiddetti
“glamberts” (spero di non aver sbagliato) si sono gettati a
capofitto con Adam in questa impresa titanica, con l'entusiasmo
tipico che deriva da quel briciolo di incoscienza misto alla voglia
di dimostrare a se stessi e al mondo che il nome di Adam Lambert
merita di entrare nell'olimpo dei grandi. Forse anche questa è una
missione impossibile, come sempre ai posteri l'ardua sentenza, ma il
crederci, il provare a farcela è già di per sé una vittoria.
Da qualche settimana sto pubblicando
sul blog una serie di interviste rilasciate da Freddie a partire dal
1974. E' un modo per ripercorrere la storia dei Queen e per conoscere
l'evoluzione di quella che diventerà poi una leggenda. Come cantante
ancora ai primi passi, più apprezabile forse come autore che come
cantante, il Freddie dei primi anni '70 è uno che sa il fatto suo e
mescola la grande e precoce saggezza con la necessaria dose di
impetuosità , la stessa che ti fa indossare un paracadute a tremila
metri di altezza o che ti spinge ad attraversare il deserto mentre
tutti ti dicono che è una follia. Freddie credeva in ciò che stava
facendo e spesso si è dovuto scontrare con lo scetticismo della
stampa e magari qualche perplessità interna al gruppo, col supporto
di una manciata di fans, forse più affascinati dal personaggio che
non dalle effettive qualità musicali dei Queen. Il resto
naturalmente è storia e oggi sappiamo che crederci all'epoca ha
significato costruire una delle carriere artistiche più importanti
di sempre.
So chea questo punto chi mi sta
leggendo si domanderà il perché di questo parallelismo tra Freddie
e Adam. Il fatto è che una scommessa come quella dei Queen era persa
in partenza. Negli anni '70 in classifica ci finivano i dischi dei
Beatles, Rolling Stone, Led Zeppelin, Pink Floyd, che proprio in quel
periodo davano il meglio di sé, tanto che gli stessi Queen furono
definiti una sorta di copia, uno scherzo che metteva assieme le
caratteristiche delle band che andavano per la maggiore. E chissÃ
quanti non avrebbero scommesso una sola sterlina su quello strano
frontman, dagli atteggiamenti da diva e dal guardaroba riclicato nei
mercatini londinesi. Ma proprio quando hai tutto contro, vento
compreso, devi iniziare davvero a credere che ciò che stai facendo
avrà successo. Non è presunzione, ma solo fiducia in se stessi, una
qualità che i Queen hanno sempre avuto, non solo agli inizi della
loro carriera. Ogni album, ogni concerto, ogni nuovo progetto è
stata una sfida e ogni volta hanno vinto. Magari non sono stati
capiti subito, ma col senno di poi scopri sempre che quella “follia”
fatta dai Queen, in seguito ha avuto degli effetti, penso alle
sperimentazioni di Hot Space, al musical e anche all'idea (questa si
davvero pazza) di continuare ad esibirsi senza Freddie Mercury.
Le scommesse dicevamo. Quella con Adam
Lambert è forse la più rischiosa, ancora di più di quella con Paul
Rodgers che magari non sarà stato adatto né al ruolo né al
repertorio (e chi lo è davvero fino in fondo?!), ma aveva dalla sua
una storia artistica riconosciuta, anche se più agli addetti ai
lavori che non al grande pubblico. Stavolta invece siamo in presenza
del “cantante da talent show”, con all'attivo “un paio di
dischi rimasti confinati negli States”, con una “personalità sul
palco ancora tutta da scoprire” e “una voce che con quella di
Freddie non c'entra nulla”, questo giusto per citare le frasi più
ricorrenti. I fans di Adam naturalmente considereranno questi giudizi
come esagerati, assurdi e frutto di una sorta di “discriminazione”
e io sono d'accordo con loro. Salvo la primissima esibizione con i
Queen, Adam mi ha convinto sempre di più e oggi sono entusiasta
all'idea che attraverso di lui la band sia tornata in tour e
accoglierò con favore la notizia di un album, se mai dovesse
arrivare. Resta comunque una scommessa da far tremare i polsi, che si
porterà dietro un'onda di polemiche e insulti che invaderanno la
rete e temo faranno anche imbrattare di pessimo inchiostro quei
giornali che si divertono a demolire la musica, ovviamente senza
ascoltarla. Descritto così, lo scenario sembra davvero pessimo ma,
stando alle parole di Brian May “se ti concentri solo sui lati
negativi, ti perdi il meglio delle cose”. Parole sante, che
derivano dall'essere il chitarrista dei Queen e che, di conseguenza,
dovrebbero essere sottoscritte anche dai fans della band. A farlo,
invece, e forse un po' inaspettatamente sono stati i glamberts,
entusiasti nonostante sappiano che il prossimo sarà il tour dei
Queen, con le canzoni dei Queen e la presenza di Freddie in ogni nota
e in tutte le recensioni che arriveranno. Però sono felici, non ho
letto finora nemmeno un commento negativo da parte loro. Nessuno che
abbia pensato “ma che diavolo ci va a fare in tour con quei due
dinosauri?”, oppure “io voglio ascoltare le sue canzoni, non
quelle dei Queen”. Ecco, è questo ciò che hanno da insegnare a
molti fans dei Queen: l'entusiasmo, l'incoscienza e il senso di
fiducia da riporre sempre e comunque nell'artista che si ama di più.
Non è questione di essere sempre d'accordo, di manifestare
incondizionato apprezzamento per tutte le scelte di Brian e Roger.
Però il loro entusiasmo è contagioso o almeno credo debba esserlo
per tutti quelli che amano la musica dei Queen. E non c'è davvero
nulla di illegittimo in ciò che fanno, né tantomeno di offensivo
per la memoria di Freddie, quello che più di tutti sarebbe felice di
sapere che la sua creatura, la sua arte vivono ancora. Adam non sta
sostituendo Freddie e i primi ad averlo compreso sono proprio i suoi
fans. Quelli dei Queen, temo, sono affetti da quel senso di
“sacralità ” del loro idolo che talvolta crea quell'assurda
disputa “Freddie vs Queen” e che ogni volta che Brian e Roger
tornano a suonare sotto quel vessillo si sentono offesi pur non
avendone alcun diritto. E' solo “fottuto rock'n'roll” avrebbe
detto qualcuno. I glamberts lo hanno già capito. E voi?
@Last_Horizon