Il termine leggenda è un po' abusato
di questi tempi, ma ci sono alcune persone per le quali il termine si
adatta alla perfezione. Questo è sicuramente il caso di Brian May.
La superstar del rock ha goduto di una carriera musicale di enorme
successo che abbraccia più di quattro decenni ed è ovviamente
meglio conosciuto per il suo ruolo di chitarrista dei Queen. Ma sarÃ
un May un po' diverso, più essenziale, quello che farà divertire il
pubblico della Buxton Opera House il prossimo mese, tappa del tour
Acoustic By Candlelight che sta portando avanti assieme alla
stelladel West End Kerry Ellis. Il duo, la cui collaborazione è
iniziata nel 2002 quando Kerry è entrata a far parte del musical dei
Queen We Will Rock You, promette con questo spettacolo una nuova
esperienza con un suono e un'ambientazione diverse dal solito, pur
rimanendo interessante e divertente. Spiega Brian May:
"Non ho mai suonato a Buxton (ma
il chitarrista dimentica il concerto tributo a Cozy Powell che si
svolse proprio qui il 1° maggio del 1999, ndr). Buxton è ciò da cui è
partito tutto quest'anno, perché è da qui che è partita la prima
offerta per il 2014 e abbiamo pensato 'oh, va bene andiamo fuori a
suonare ancora un po' , quindi ho un ringraziamento particolare per
Buxton per averci mobilitato di nuovo così rapidamente."
Con una scaletta che comprende una
varietà di canzoni tipiche della realtà teatrale del West End e
classici dal repertorio dei Queen, il Candlelight Tour fornisce sia a
Brian e Kerry la possibilità di esibirsi in contesti più intimi di
quanto non siano abituati. E offre al pubblico la possibilità di
conoscere meglio l'aspetto umano dei due artisti.
"E' davvero un miscuglio di tante
cose", spiega Kerry. "Ed ogni sera è un'emozione diversa,
perché noi cambiamo di notte in notte, proponiamo diverse canzoni a
seconda di come ci sentiamo ed è bello perché la gente vede ogni
volta uno spettacolo diverso rispetto al precedente. Con questo
spettacolo faremo un sacco di canzoni che non abbiamo fatto prima ed
è bello che sia molto semplice nella sua struttura. Ci siamo solo
noi due. Penso che è la parte più bella di questo tour, perché si
arriva a chiacchierare col pubblico, ed è intimo e penso che le
persone sentono che stanno vedendo qualcosa abbastanza inusuale. Non
c'è fumo né luci, non ci sono basi, è tutto molto reale. Brian
racconta un sacco di storie che la gente non ha mai sentito prima e
questo rende lo show fresco e interessante sia per noi che per il
pubblico."
E Brian si affretta ad aggiungere:
"La grande roba epica mi piace, ma
una canzone è una canzone e in un certo senso questo è il modo in
cui ho iniziato. La semplicità è molto interessante, sai che puoi
veramente arrivare al nocciolo di una canzone e le canzoni così
diventano molto potenti. E' come se ogni singola sillaba di ogni
parola conti, che poi è ciò che una buona canzone merita. E' una
sensazione molto piacevole quella che ci da interagire con il
pubblico ed è molto più personale. Posso essere una rock star e
nello spettacolo ci sono dei momenti in cui tutto diventa anche
piuttosto rumoroso, ma ha questa gamma enorme di sensazioni proprio
perché si può sentire chiaramente ogni suono. Possiamo fermarci e
ripartire ogni volta che ci piace, è molto umano, e questa è una
bella sensazione."
Dopo aver suonato nelle enormi arene di
tutto il mondo qual è stata l'esperienza che Brian ritiene come il
punto culminante della sua carriera?
"La mia esibizione sul tetto di
Buckingham Palace è quella che certamente mi ha cambiato la vita nel
modo più indimenticabile, perché la paura era davvero enorme ed ero
da solo. E' stata un una tantum e in un certo senso è stato
liberatorio farlo. Dopo quella performance mi sono abbandonato ad una
sorta di potere superiore, della serie se le cose vanno male
pazienza. Così oggi sono molto più indulgente verso me stesso
rispetto al passato.”
Parlando della tua carriera nei Queen,
mentre la band era nel suo periodo di massimo splendore prima della
triste morte di Freddie Mercury, Brian ha detto:
"E' stato incredibile, siamo stati
incredibilmente fortunati e a volte mi sveglio e mi do un pizzico e
penso quanto sia incredibile ciò che è successo e ciò che continua
ad accadere ancora oggi. E' incredibile che dopo 40 anni, in
qualsiasi paese del mondo, le persone sanno chi siamo e cosa
rappresentiamo. Io non do certe cose per scontate, ciò che ci è
successo è meraviglioso. Da ragazzo non riuscivo a vedere oltre alla
possibilità di suonare a Londra. Non avevo idea che ci fossero posti
come il Madison Square Garden o le cose incredibili che abbiamo fatto
in Sud America, tipo suonare negli stadi di calcio. Niente di tutto
questo era nel mio orizzonte e quindi è stato tutto un bonus per me,
davvero."
(Fonte:
http://www.buxtonadvertiser.co.uk)