Put Out The Fire (ovvero: come i fans sanno rendersi ridicoli)

L'incontro è fissato a mezzogiorno, di fronte a quel vecchio bar in stile western chiuso ormai da tempo. Ai contendenti è sembrata la scelta più logica ed entrambi, pur detestandosi, hanno fatto a un certo punto la stessa pensata: presentarsi all'appuntamento vestiti da cowboy. È un pensiero sfrecciato rapido nei loro cieli ristretti, finito con lo scontrarsi con l'impossibilità di indossare un cinturone capace di contenere cd invece che le più prosaiche pallottole. Così alla fine entrambi hanno optato per la più classica delle magliette con logo stilizzato. Anche così, ne sono certi, faranno un figurone mentre percorreranno la via polverosa tra due ali di folla in visibilio per i due eroi giunti allo scontro finale. A pochi minuti dallo scoccare dell'ora prefissata il sole è una moneta rovente piantata sulle teste appesantite da mille nozioni. Ci sono intere discografie da ricordare, una lista sconfinata di date e dettagli infinitesimali su questa o quella esibizione.


I due collezionisti fanno la loro comparsa disegnando ombre lunghe sulle pareti del bar. Il vento agita un vecchio poster tenuto su chissà come dopo anni di intemperie. Entrambi lo osservano, sicuri di poterci trovare dentro qualche riferimento ai Queen. Riuscire ad individuarlo per primo potrebbe segnare un primo punto a proprio favore. Poi l'urlo della folla fa loro dimenticare quelle sciocche elucubrazioni. È in ballo qualcosa di ben più importante, il titolo di primo fan dei Queen. Solo pronunciarne le sillabe è qualcosa da far tremare i polsi. La leggenda narra che ad istituire il premio sia stato addirittura Brian May. Ma i due collezionisti non hanno informazioni certe, per cui meglio relegare quella notizia al mondo delle leggende. I fatti sono quelli che contano davvero, qui e per sempre. Intanto il vociare della gente li sospinge l'uno verso l'altro e la loro marcia si arresta quando a separarli sono rimasti pochi centimetri, esattamente quanto basta per posare tra la polvere i loro preziosi bauli. All'interno, custoditi in religioso ordine cronologico, ci sono album, singoli, tourbook, foto, ritagli di giornale, un intero campionario di certezze. La vittoria è tutta racchiusa lì dentro.

Mezzogiorno irrompe sulla scena accompagnata dal suono di una campana. I due eroi non perdono tempo e sulla folla cala un silenzio tombale mentre iniziano a recitare i loro rosari fatti di informazioni, dati, conoscenze. Grano dopo grano, tra la polvere agitata dal sole, chi assiste allo scontro è inondato di conoscenza. L'intera storia dei Queen viene raccontata, senza nessuna omissioni e anche le gocce di sudore che imperlano le fronti degli astanti adoranti vibrano al suono di quelle voci possenti. Alcune fans non reggono l'onda emozionale che sferza il pubblico e i soccorsi intervengono per rianimare. C'è anche chi si abbraccia, sgomento di fronte a tanta conoscenza. Un anziano riflette sul proprio passato e si domanda come possa aver seguito i Queen per tanti anni e non aver appreso nemmeno la metà di tutto quello che i due collezionisti dimostrano di sapere.

La battaglia a colpi di nozioni va avanti, ora dopo ora. Nessuno dei due contendenti sembra intenzionato a cedere di un passo. Il contenuto dei rispettivi bauli si è lentamente sparso tutto attorno, disegnando costellazioni di dischi, riviste e libri di ogni genere. Una volta esaurite tutte le informazioni possibili sugli album, i concerti, le collaborazioni, gli inediti, gli scatti fotografici, le intervista e le malattie patite dai componenti dei Queen, i due eroi sono pronti a dare il meglio di sé. Ne sono talmente consapevoli che senza essersi accordati prima si fermano e si osservano in un'ostinato silenzio che fa presagire al pubblico l'inizio dello scontro finale. Ne resterà soltanto uno, grida qualcuno e l'applauso che ne segue è fragoroso.

Alle 18 il sole somiglia ad un occhio pronto ad incenerire mille arabe fenici. I due contendenti diffondono nell'aria le loro mirabili conoscenze e intanto il pubblico ha ceduto sotto il peso di tante verità e ora c'è chi ha abbandonato ogni contegno e assiste allo scontro sdraiato nella polvere. I più deboli hanno cercato riparo all'interno del bar abbandonato e ora dalle finestre divelte occhieggiano volti sudati e arrossati. Gli sguardi sono tutti concentrati sulla scena e forse per questo nessuno si accorge di un ragazzino apparso all'improvviso all'orizzonte. All'inizio è solo un puntino indistinto, un miraggio disegnato dalla calura. Si muove arrancando e solo quando è giunto in prossimità dei due eroi che le persone ne notano la presenza. Avrà non più di tredici anni e si tira dietro su un carretto rosso vermiglio un giradischi, di quelli che si possono caricare con una manovella. Il moccioso ha l'impudenza di piazzarsi proprio tra i due collezionisti che a quel punto non possono più ignorarlo e sono costretti a interrompere le rispettive litanie queeniche. L'affronto è talmente grande che nessuno tra il pubblico ha il coraggio di fare ciò che sarebbe giusto: affrettarsi a tirar via il ragazzino per lasciare spazio ai due colossi dell'informazione.

Il moccioso non dice una parola. Si mette però a trafficare col suo giradischi, dando vigorosi colpi di manovella che caricano una molla che dall'interno cigola pericolosamente. Sbuffa e suda ma alla fine riesce a dare un giro completo di carica. Sul piatto un vinile è pronto a suonare e quando il ragazzino aziona la puntina il basso di Another One Bites The Dust fa vibrare il terreno e i cuori dei presenti. Tutti si guardano, soprattutto i due collezionisti, ignari di cosa sia esattamente quel suono. Uno dei due si mette in ginocchio, sta piangendo dall'emozione e con voce flebile domanda cos'è mai quella musica. Questa, risponde il ragazzino, è la musica dei Queen ed è l'unica cosa che conta davvero. Allora il più anziano del pubblico rompe gli indugi, si avvicina alla scena, afferra il moccioso da sotto le braccia e lo innalza al cielo. È lui il campione grida. Si, è lui il campione risponde la folla di fans e il loro nuovo eroe viene portato in trionfo mentre i due eroi ormai decaduti assistono impotenti alla processione che calpesta le loro collezioni. Vorrebbero gridare, implorare pietà ma hanno le bocche piene di polvere e non gli resta altro da fare che mangiarne ancora e ancora.


@Last_Horizon