Brian May è il chitarrista dei Queen e autore di
alcuni tra i più grandi successi della band. È anche un astrofisico che
collabora con la NASA, ha pubblicato volumi divulgativi a carattere scientifico
e si è distinto come uno dei massimi collezioni ed esperti di fotografia
stereoscopica. È anche un tenace sostenitore dei diritti degli animali e
patrocina un’organizzazione che punta a individuare nei partiti politici
inglesi tutti coloro che sono in grado di rendere più “decente” il proprio
Paese.
Nel corso di oltre 40 anni di carriera Brian May è
stato definito in molti modi, da “uomo rinascimentale” a “genio della chitarra”.
Come musicista ha sicuramente influenzato una moltitudine di artisti, non solo
colleghi come Nuno Bettencourt, Slash, Steve Vai, Joe Satriani, ma anche quei
giovani talenti su cui oggi si regge (magari tra qualche difficoltà ) il
panorama musicale internazionale. Lady Ga Ga, Katy Perry e Harry Styles sono
solamente alcuni dei giovani (o più o meno tali) che più volte hanno dichiarato
di ispirarsi alla musica dei Queen e di ammirare, oltre che Freddie Mercury,
anche Brian May. Del resto stiamo parlando dell’autore di We Will Rock You, The
Prophet’s Song, Hammer To Fall, Who Wants To Live Forever, I Want It All, The
Show Must Go On e tante altre canzoni che, tra vere e proprie hits e pezzi più
di nicchia, se messi tutti in fila farebbero tremare i polsi a chiunque. Perché
nella vita di un’artista, per quanto talentuoso, capita di rado di indovinare
un paio di singoli. Ma se riesci a scrivere decine di capolavori, allora sei un’autentica
leggenda. E Brian May lo è, al di là di ogni possibile dubbio.
Naturalmente il 1991 (quel maledetto anno!) ha
cambiato tante cose, compresa la percezione che i fan e la critica hanno avuto
di Brian May fino a quel momento. Pur essendo sempre stato il portavoce della
band, quello che si esponeva maggiormente con la stampa (o le autorità , come
nel caso delle esibizioni Sudafricane dei Queen) e che accettava di buon grado
il contatto diretto con i fan (fenomeno quest’ultimo incrementato dalla
diffusione di internet e dei social, di cui Brian è un notevole fruitore), con
la scomparsa di Freddie, Brian è diventato sempre di più una sorta di atipico
frontman. A torto o ragione, tutto quanto fatto dai Queen dopo il 1991 gli è
stato attribuito, anche quando l’evidenza storica diceva il contrario. Qualche esempio:
No-One But You doveva essere una sua canzone solista, ma fu Roger Taylor a
insistere perché venisse incisa come una nuova canzone dei Queen (e all’operazione
partecipò volentieri anche John Deacon); per molto tempo Brian non volle
saperne nulla dei Queen, tanto da andare in tour per conto proprio mentre Roger
e John si esibivano (ancora a nome Queen) a Cowdray Ruins; Adam Lambert è stata
un’intuizione essenzialmente attribuibile a Roger Taylor (suo anche il progetto
di una cover band ufficiale dei Queen), sebbene oggi i massimi critici della
collaborazione Q+AL ne attribuiscano la paternità al solo Brian. Naturalmente alla
fine si tratta di scelte interamente condivise, anche da John Deacon, che
continua ad essere un membro “sulla carta” della band, ma Brian May è diventato
il simbolo e la personificazione diretta dei Queen. La bilancia che misura vantaggi
e svantaggi di questa condizione probabilmente pende a favore dei primi, ma per
chi frequenta il web non stupisce sapere che molti, immeritati strali, siano
diretti al chitarrista.
Ma, come ogni buona rockstar, Brian prosegue le sue
mille attività , traguardando le 70 primavere con ancora indosso la sua fidata
Red Special e infiammando palchi e platee in giro per il mondo. Niente male
davvero!
Chitarrista, autore, scienziato, collezionista,
attivista politico e animalista si diceva. Eppure Brian May non è soltanto
questo, perché ognuna di queste rappresentazioni è destinata al suo pubblico. I
fan, temo, troppo spesso tendono a dimenticare la persona che sta dietro l’artista,
col suo bagaglio di paure, errori, dubbi e infinite debolezze. Qualcosa del
Brian persona abbiamo imparato a percepirla, come si fa quando ci si accosta
distrattamente ad una finestra e si scorge cosa accade all’interno di una casa,
quando lui stesso ha iniziato a rivelare il malessere che si porta dentro. Non amo
indagare troppo su questioni così personali, ma è un dato rilevante per
definire con buona approssimazione la cifra enorme di questo Artista, in
costante lotta contro una parte di sé oscura, con cui è costretto a convivere e
che magari riesce a tenere a debita distanza solo suonando e producendosi in
quella iper-attività che lo vede coinvolto in così tante imprese.
Così oggi, nel giorno del suo compleanno, mi piace
immaginarlo nel camerino dell’imminente concerto, in cerca di quella manciata
di minuti di pace interiore in cui sconfiggere un possibile attacco di panico e
tutti quei dubbi con i quali il suo lato più umano vorrebbe gravare l’artista. Brian
è seduto di fronte allo specchio, controlla la respirazione e finge che a pochi
metri di distanza il boato del pubblico in attesa sia solo rumore di fondo. Rivede,
negli occhi stanchi che lo fissano, quel ragazzo che tanti anni prima attendeva
trepidante gli ultimi ritocchi alla chitarra costruita con il padre e intanto
sognava di viaggi nello spazio e album in vetta alle classifiche. Quanta strada
ha fatto per arrivare fino ad oggi e quanti successi intervallati da errori,
scelte ormai incontrovertibili di cui a 70 anni non vale più la pena pentirsi. Adesso
conta solo il richiamo della musica e la gioia di sapere che dopo di essa ci
sarà comunque un mondo di passioni ad attenderlo.
Infine è tempo di uscire e guadagnare rapidamente il
backstage. Brian cammina lungo il corridoio leggermente incurvato, mentre gli
amici e i componenti dello staff gli sorridono e gli augurano buon compleanno. Lui
risponde sorridendo a sua volta, in attesa di poter imbracciare la Red Special
e andare in scena. Le luci si abbassano, il boato si fa fragoroso. È tempo di
iniziare un altro spettacolo. È tempo di vivere e di essere Brian May, la
leggenda, il chitarrista dei Queen. Ed è tempo di rendere felici tutte quelle
persone che come me, oggi 19 Luglio, gridiamo il suo nome e gli tributiamo tutto l'amore possibile.
BUON COMPLEANNO BRIAN MAY.