Care lettrici e cari lettori di questo Blog, oggi credo
che vi annoierò perché l'argomento di cui sto per parlare è ben
lontano dai Queen. Cercherò quindi di essere breve e, tutto sommato,
mi conforta sapere che già tra poche ore Brian, Roger e Adam
saliranno nuovamente sul palco così la scena sarà riconsegnata a
chi la merita davvero. Consentitemi questo strappo alla regola per
raccontarvi qualcosa di me. So che avete già guardato con sospetta
curiosità le foto che accompagnano questo capitolo ed è proprio di
questo che devo parlarvi e per farlo nel modo giusto devo anche dire
qualcosa su di me. Ho scritto il mio primo racconto all'età di dieci
anni. Ero seduto al tavolo della cucina mentre mia madre preparava il
pranzo e il riquadro della porta-finestra era illuminato a
intermittenza dai fulmini che rotolavano in cielo accompagnando tuoni
e pioggia. A quell'età le condizioni atmosferiche sanno
suggestionare nel modo giusto (anche oggi a dirla tutta) e così,
prese carta e penna, ho iniziato a scrivere una storia poi perduta
chissà dove. Ricordo solamente che c'erano una stanza chiusa
all'interno e una donna senza testa che dondolava su una sedia vicina
al camino. Se ve lo state chiedendo, la risposta è si: tra i miei
autori preferiti ci sono Edgar Allan Poe e Stephen King.
Da quel primo esperimento
di proverbiale acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, i
libri in casa sono aumentati fino a diventare traboccanti (ne ho
circa 600 e tuttavia mi pare un numero davvero esiguo a fronte di
tutto quanto ci sarebbe da leggere) e quando sei circondato da così
tante parole stampate è inevitabile credo subirne una certa
seduzione. Le seduzioni poi sono spesso destinate a trasformarsi in
tentazioni e a quelle davvero è difficile resistere, soprattutto
quando generano una forma di appagamento a livello subliminale, quasi
ipnotico. Non voglio tediarvi con la descrizione degli anni nei quali
ho collezionato storie, racconti, abbozzi di romanzo e addirittura
due raccolte di versi (non chiedetemi che fine abbiano fatto, ci sono
segreti che è bene restino tali). E nemmeno voglio spiegarvi perché
scrivo, quali sono le mie ambizioni e, temo, le frustrazioni che
albergano dietro alcune (o forse molte) delle parole che metto
assieme. In effetti non saprei nemmeno dire se il mio stile, il
linguaggio e le sottolissime trame che provo a mettere su carta
funzionino per davvero. Ma alla fine il desiderio di chi ha velleitÃ
da scrittore è che tutto questo un giorno possa assumere la forma
del libro, l'oggetto che sta alla base del culto della scrittura. Non
vi nascondo che in questi mesi ho accarezzato l'idea di farlo sul
serio, merito soprattutto vostro che più volte avete manifestato
l'inaspettato (da parte mia) gradimento per il Blog. Ma è sempre
rimasto un pensiero sullo sfondo, simile a certi paesaggi a cui sei
talmente abituato da non farci più caso nemmeno quando il
trascorrere delle stagioni ne muta i colori.
Tuttavia ci sono dei
cambiamenti simili a veri e propri terremoti, con vibrazioni che
nascono nel profondo e si propagano fino a scuoterti e a farti aprire
gli occhi. Il più delle volte tutto accade all'improvviso, perché
il destino è sornione e ama gli ingressi ad effetto. Nel mio caso la
catena di coincidenze che porta a quel libro che potete vedere in
foto ha un nome, anzi due: Chiara ed Elisabetta. Ci siamo conosciuti
anni fa navigando in rete e l'amicizia è diventata qualcosa di forte
e tangibile un anno fa esatto. Era il 14 Luglio del 2013 e con noi
c'era anche Brian May, a una manciata di metri di distanza. Le sue
note devono essersi insinuate nel tessuto delle nostre esistenze,
simili a un filo d'oro che costruisce ricami delicati e allo stesso
tempo durevoli e il risultato (o almeno uno dei risultati) è la
trasformazione del Blog in un vero e proprio libro. È autentico,
tangibile, le pagine scorrono e la copertina ritrae i Queen in un
disegno realizzato da Chiara Angelucci. A Elisabetta D'Agostino va
invece l'applauso per la grafica e lo stile di queste 325 pagine che
raccolgono i primi 50 (+1) capitoli scritti nel corso di questi mesi.
Aver collezionato in meno di un anno così tante parole dedicate ai
Queen è un'emozione che mi colpisce nel profondo. Vedere il mio nome
accostato a quello dei miei idoli mi esalta. Infine, sapere che
dietro questo libro c'è l'affetto sincero che nasce dall'amicizia mi
carica di responsabilità e, inutile a dirsi, mi commuove. Le
responsabilità derivano dal fatto che questo regalo è soprattutto
una sfida con la quale mi viene chiesto di scrivere un altro libro,
stavolta basato interamente sui racconti che scrivo lasciandomi
ispirare dalle canzoni dei Queen.
Accetto la sfida? Mi
piacerebbe lasciare la domanda in sospeso, più per spirito di
auto-conservazione che non di suspance letteraria. Il fatto è che ci
sono storie già pronte, finora rimaste inedite perché troppo lunghe
o complesse per trovare spazio sul Blog. Altre sono rimaste custodite
nel mio pc perché realizzate fuori tempo massimo (su tutte, una
storia dedicata a Nelson Mandela), altre ancora sono solo idee,
schemi e possibilità di là da venire. Se tutto questo verrà fuori
sul Blog e addirittura in un libro è presto per dirlo. Come sempre
“è la storia che conta, non colui che la racconta” e io sono
solo un tramite che oggi non può far altro che dire GRAZIE a chi ha
creduto così tanto in me da aver trasformato in libro undici mesi di
amore per i Queen.
(Nota: Elisabetta e
Chiara potete trovarle anche in rete, cercando la pagina facebook “Caos a
Colori” o semplicemente cliccando QUI)
@Last_Horizon