Freddie Mercury è un ragazzo
abbastanza normale. Usa regolarmente smalto nero marca Biba, trucca
gli occhi con eye liner nero e stira i capelli con pinze elettriche.
Si ha quasi l'idea che sia annoiato dal successo che i Queen stanno
ottenendo, un atteggiamento da rock star quale ormai lui è a tutti
gli effetti. Provate a domandargli qualcosa della sua sessualità e
vi sentirete rispondere così: “Sono gay come un narciso, cara”
(ha l'abitudine di dire "cara" alla fine di ogni frase).
Dal canto suo il batterista Roger Taylor aggiunge: “Freddie è
semplicemente se stesso”. Il giornalista Nick Kent ha descritto il
primo album dei Queen come "un secchio di urina", ma a
parte questa non lusinghiera recensione, la band ha avuto poche
menzioni su NME. Ma nonostante questo i Queen sono riusciti a
raggiungere il secondo posto nel sondaggio fatto tra i lettori nella
categoria Best New Group. Questa settimana il loro singolo Seven Seas
Of Rhye ha debuttato in classifica e ben presto il loro secondo
album, intitolato Queen II, arriverà sul mercato. I Queen sono
diventati un grande business a giudicare dall'investimento che c'è
nei loro spettacoli. Per una band che ha ancora parecchia strada da
fare, possono vantare una quantità impressionante di attrezzature e
un sistema di illuminazione che farebbe rodere di invidia anche uno
come David Bowie e che ti fa chiedere come sia possibile che ci
abbiano messo tanto tempo ad arrivare dove sono ora. Ogni componente
del gruppo è poi un accademico dalla carriera brillante e, proprio
avendo un'intelligenza superiore alla media, sono riusciti ad evitare
le trappole tipiche del business di chi entra per la prima volta in
questa realtà .
“Nel momento in cui abbiamo fatto un
demo, eravamo consapevoli degli squali che ci sarebbero girati
attorno”, spiega Mercury. “Abbiamo ricevuto offerte incredibili
da parte di persone che ci dicevano 'Vi faremo diventare i nuovi
T-Rex', ma siamo stati molto, molto attenti a non saltare
direttamente dentro certi carrozzoni. Abbiamo bussato alle porte di
tutte le società prima di riuscire finalmente a sistemarci. Noi non
vogliamo essere trattati come una band normale”. Una cosa cui i
Queen sono molto sensibili è l'essere etichettati come una
montatura: “Questo è un errore incredibile,” afferma Taylor.
“Abbiamo iniziato a suonare giocare davvero nei piccoli locali e
poi abbiamo pubblicato un album. Non c'era grande pubblicità o
promozione. Non è stato come per i Cockney Rebel, che hanno ricevuto
pubblicità prima ancora che avessero fatto nulla”. Il Cambridge
Corn Exchange è uno di quei posti pieno di spifferi, ma ha
l'atmosfera giusta. E quando i Queen salgono sul palcoscenico è
perfetto. Qui i fans dei Queen assomigliano ai tipici appassionati d
una band, salvo che per il fatto che indossano dei cappotti. E prima
di capire dove ti trovi le luci vengono spente e inizia il concerto
con Processione, tratta dal dal loro nuovo album, prima che le luci
arrivino a immortalare Mercury per l'esecuzione di Father To Son.
Mercury e il batterista Taylor sono i
due creatori originali dell'immagine della band. Taylor è il carino
con classe, mentre Mercury è il tipo oltraggioso. Stranamente,
Mercury dice che i Queen non hanno un grande seguito nel mondo gay:
“Non riceviamo lettere da parte di omosessuali, ma posso dire che
qualcuno mi scrive per dirmi che non sono male”. È vero, Freddie
non sembra male e se si studiano i testi del loro secondo album, con
tutti quei riferimenti a tuoni e fulmini, alla sfida alle leggi della
natura e agli orchi, viene spontaneo domandarsi cosa intenda Freddie
con le sue canzoni: “A me piace che la gente interpreti a modo suo
le mie canzoni. In realtà sono solo favole. Ieri sera nel
Sunderland mi sono sentito davvero emozionato quando sono arrivato
sul palco, perché quando sono là fuori sono davvero in un mondo
tutto mio, vado lì e cerco di passare dei buoni momenti. E' la
partecipazione del pubblico che conta e ieri sera erano davvero
grande, sentivo che avrei potuto andare in mezzo al pubblico per fare
festa insieme. Basta avere Freddie Mercury sul palco per divertirsi.”
E' stato un passaggio difficile da
fare, quello dall'essere una band di supporto per un gruppo
principale ad avere un vero e proprio tour tutto vostro? “La
responsabilità ora è tutta nostra, ma ho sempre pensato a noi come
gruppo principale. L'opportunità di suonare con i Mott è stata
ottima, ma sapevo maledettamente bene che conclusa quell'esperienza
sarebbe toccato a noi essere i protagonisti assoluti del tour. Mi
piacerebbe essere portato sul palco da sei schiave nubili con le
palme e tutto il resto”. All'inizio è stato suggerito che i Queen
fossero una sorta di prodotto da laboratorio, una band costruita per
andare incontro alle tendenze commerciali. Sembrano davvero
suscettibile rispetto a questa accusa: “Non mi interessa quello che
dicono, davvero. Penso che le persone hanno detto cose su di noi e
poi cambiato idea dopo aver ascoltato l'album.”
@Last_Horizon