Man On Fire e altri gioielli nascosti della Corona



















La storia ufficiale di un'artista è sempre interessante, ma lo è ancora di più quella che scorre silenziosa nel sottobosco delle voci di corridoio, delle indiscrezioni e delle informazioni caparbiamente raccolte dai collezionisti, talvolta veri e propri depositari di quella che potremmo definire come contro-storia.

Ogni musicista porta con sé le proprie leggende, fatte di episodi col tempo divenuti veri e propri miti e, sia che riguardino la vita on the road o quella privata, hanno sempre il potere di affascinare perché dotato di un alone di mistero e il conoscerle ci fa sentire fratelli e sorelle della stessa congregazione.

Ma in fondo non è il gossip che ci fa sentire più vicini alla vera essenza dei nostri artisti preferiti. Ciò che conta davvero è la musica, il lavoro in sala di registrazione e, ovviamente, tutto il materiale rimasto chiuso nei cassetti, sepolti poi in armadi confinati in chissà quale sperduto archivio, talmente ben sepolti da divenire materia più per archeologi che per semplici fans. Lo so, è una visione un po' romanzata di una questione di per sé piuttosto semplice, ma con i Queen non c'è mai nulla di banale, nemmeno un nastro inciso a metà degli anni Ottanta, poi finito chissà dove, infine recuperato e non completamente utilizzato!

Di storie così la biografia non ufficiale dei Queen è piena. Dentro ci potete trovare davvero di tutto, da cose poco probabili, ad altre ben più certe come la We Are The Champions registrata come pezzo di chiusura di A Night At The Opera e poi scartata.

L'avvento di internet ha fatto aumentare il numero di aneddoti, ipotesi e quasi certezze dello stesso genere e alcune di queste sono state poi smentite o confermate, come ad esempio la leggendaria Face It Alone. Ultimo mito svelato in ordine di tempo la versione dei Queen di un brano finito poi in Strange Frontier di Roger Taylor: Man On Fire.

Non una notizia completamente inedita visto che se ne parla da parecchio tempo, come ci insegna la splendida Enciclopedia Definitiva di Georg Purvis, tanto per citare una fonte autorevole. Stamattina la conferma definitiva, direi ufficiale, è arrivata grazie alla foto che vedete in alto, pubblicata sulla pagina ufficiale dei Queen e che, forse inconsapevolmente, ha dato adito alla fatidica domanda: perché non l'hanno pubblicata su Queen Forever?

Come potete vedere il brano in questione, in questo caso chiamato I Feel Like A Man On Fire, si trova sullo stesso nastro in cui sono incise altre canzoni parecchio note, compresa l'ultimissima Let Me In Your Heart Again. Inevitabile quindi che i fans si stiano domandando perché non aggiungere anche questo brano ad una collection che con soli tre brani inediti (o quasi inediti) rischia di esaurire rapidamente l'interesse del pubblico.

Rispondere non è semplice e forse occorre fare lo sforzo di calarsi nei panni di una band e una casa discografica le cui logiche sono molto lontane dalle nostre: noi vorremmo tutto e subito, desideriamo ardentemente le chiavi degli archivi dei Queen per poterci sguazzare liberamente in una sorta di rito orgiastico-musicale.

Dall'altro lato c'è invece la necessità di centellinare in vista di interi decenni nei quali il nome dei Queen deve continuare a vedere. E' innegabile che la strategia adottata da Queen Production e Universal sia proprio quella di attingere agli archivi ma a piccole dosi.

Probabilmente è una visione deprecabile che non ci convincerà mai del tutto, nemmeno se Queen Forever dovesse andare primo in classifica. Ma da qui non possiamo far altro che accettare e forse subire le decisioni del nostro gruppo preferito (e della casa discografica, il cui potere contrattuale spesso vince su tutto), ma provando al contempo ad osservare questo orizzonte con occhi diversi. Perché ciò che abbiamo di fronte è una band che nonostante tutto ha ancora il suo sentiero da percorrere.

Si sa, la vita è irta di ostacoli e così talvolta per procedere innanzi è necessario ancorarsi al solido passato (Queen Forever), oppure tentare uno slancio più rischioso (la collaborazione con Adam Lambert). In entrambi i casi sappiamo che le possibilità di godere ancora di questa musica straordinaria non mancano. Lo testimoniano le date del prossimo tour invernale e, da oggi, l'immagine di un nastro ripulito dalla polvere del tempo che torna a divenire inaspettato presente e ambizioso futuro.