La Più Grande Delle Magie, di Cristina Buonaugurio, Città Nuova Edizioni


Alzi la mano chi non conosce Harry Potter! È impossibile che qualcuno risponda affermativamente a questa domanda. Anche chi non ha mai letto i libri della saga ideata da J. K. Rowling o non si è soffermato a guardare i film sa perfettamente chi è Harry Potter: semplicemente il mago più famoso del mondo. Anche tra i babbani!

Su Harry, i suoi compagni di avventura e sul mondo letterario (e poi cinematografico) ideato dalla loro autrice sono stati pubblicati tantissimi libri, ognuno dei quali rappresenta il tentativo di raccontare l’intera saga in modo ordinato, spesso enciclopedico o magari focalizzato su un tema ben preciso.

Anche questo è il risultato dovuto all’universalità che caratterizza Harry Potter e la dimensione nella quale abita assieme al Professor Silente, a Hermione Granger, Ron e a tutte quelle meravigliose figure che nel loro insieme rappresentano un mondo immaginario eppure incredibilmente vivo e reale. Perché, come ha detto una volta Silente “il fatto che le cose accadano nella nostra mente non le rende meno reali”.

Ma, senza voler scrivere un trattato sul fenomeno Potter, ci basta dire che uno dei motivi del suo successo risiede certamente nella quantità davvero enorme di valori e significati che la Rowling è riuscita ad introdurre nei suoi libri, disseminando la trama, i personaggi e le vicende che questi vivono di infiniti riferimenti a quel mondo interiore nel quale il lettore riesce ad immedesimarsi sempre di più, pagina dopo pagina, tanto che alla fine si scopre che l’intera saga di Harry Potter non è altro che un magnifico affresco dedicato alla crescita, con ciascun libro a rappresentare una tappa fondamentale che determina il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, fino al compimento della dimensione adulta.

Se sono questi almeno alcuni dei presupposti su cui poggiano le avventure di Harry Potter, non deve stupire se CRISTINA BUONAUGURIO, psicologa e psicoterapeuta, abbia deciso di scrivere un libro che, seguendo le tracce lasciate dalla Rowling, indichi un percorso di crescita emotiva che soprattutto gli adolescenti (ma anche gli adulti) possono intraprendere, un po’ come se fossero dei piccoli maghi, senza bacchetta certo, ma dotati di un dono altrettanto speciale: la capacità di capire se stessi e crescere orientando le proprie scelte nella giusta direzione.

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Non deve essere stato facile per l’autrice mettere assieme i tanti argomenti e spunti di riflessione offerti dai sette libri che compongono la saga. La quantità di situazioni e il numero elevato di personaggi rischiava di rendere l’opera della Buonaugurio qualcosa di più simile ad un’enciclopedia che non ad un saggio destinano soprattutto ai più giovani.

Tuttavia LA PIU’ GRANDE DELLE MAGIE è un’ottima sintesi dei temi principali su cui la stessa Rowling ha costruito l’universo potteriano. Fin dalla prima delle circa cento pagine che compongono il volume edito da CITTA’ NUOVA, il lettore viene preso per mano dall’autrice e guidato in un percorso di auto-scoperta che, pur nella rigorosità dei concetti, non manca di leggerezza e di quella chiarezza che spesso manca in libri di questo tipo.

La prima parte è dedicata alla saga vera e propria, con l’analisi dei personaggi principali, descritti dal punto di vista psicologico e quindi in funzione dei valori (o disvalori, nel caso delle figure negative come Lord Vold…ehm, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato) di cui sono portatori.

Harry e Ron Weasley, Silente, il Professor Piton, Hermione e Neville, ma anche Lupin, Sirius Black e i Malfoy diventano così i paradigmi di altrettanti concetti-chiave che il saggio della Buonaugurio esplora in maniera più specifica e diretta nella seconda parte, offrendo così una doppia chiave di lettura del testo che diventa, al contempo, analisi delle figure più rilevanti della saga e trattato di psicologia volto alla ricerca del modo giusto (e più consapevole) di determinare le proprie scelte di vita e quindi la propria crescita personale.

La Buonaugurio trasforma così le insicurezze di Ron, le fragilità dello stesso Harry e gli atteggiamenti da “so tutto io di Hermione” in esempi destinati a spiegare concetti come l’importanza del saper guardare a se stessi e agli altri; il valore della famiglia e delle amicizie; la possibilità che tutti abbiamo di poter scegliere da che parte stare, per un solo obiettivo finale: diventare la persona che più somiglia alla parte profonda di ciascuno di noi.

Attraverso LA PIU’ GRANDE DELLE MAGIE, la saga di Harry Potter diventa così uno straordinario contenitore di valori positivi, capaci di orientare e fondare le scelte più critiche e complesse, quelle che specie in età adolescenziale si ha la sensazione di non riuscire a fare, magari perché convinti di essere portatori di insormontabili inadeguatezze.

Tuttavia, ciò che la Buonaugurio indica al lettore è una via diversa e migliore, da fare in compagnia di Harry Potter e, soprattutto, delle persone che ci stanno accanto. Una strada di (ri)scoperta del proprio io più profondo e delle proprie potenzialità, da vedere come autentici strumenti magici capaci di farci ottenere qualsiasi risultato.

Così, con LA PIU’ GRANDE DELLE MAGIE, Harry Potter diventa anche strumento di insegnamento oltre che di intrattenimento, rivelando una galassia di significati dall’alto valore pedagogico che forse il clamore suscitato in tutti questi anni rischiava di offuscare e che qui trovano una perfetta rappresentazione.

In più il libro può essere considerato adatto anche ad una lettura condivisa tra genitori e figli, ancora una volta seguendo il percorso intrapreso da Harry in compagnia dei propri amici ma anche di figure genitoriali come Album Silente o Sirius Black.

Ogni capitolo del saggio contiene anche una serie di semplici esercizi attraverso cui i più giovani (ma anche gli adulti) possono individuare i propri valori di riferimento e il modo in cui questi, unitamente alle esperienza di vita (amore, sofferenza, amicizia, legami familiari, delusioni, successi…) ne condizionano il modo di essere e pensare.

Il risultato è una sorta di “mappa delle emozioni” che, come quella del Malandrino, potrà orientare il lettore verso una maggiore comprensione di sé e di come le persone e il mondo circostante lo stiano influenzando.

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