Keep Yourself Alive, White Queen, Brighton Rock, ’39,
Tie Your Mother Down, We Will Rock You, Fat Bottomed Girls, Save Me, Flash’s
Theme, Las Palabras De Amor, Hammer To Fall, Who Wants To Live Forever, I Want
It All, The Show Must Go On.
E ancora: No-One But You, Back To The Light, Last Horizon, Another World, We Believe, Golden Days, New Horizons.
Se consideriamo anche solo una canzone per ogni album dei Queen, il
biglietto da visita musicale con il quale si presente Brian May ci dice una
cosa inoppugnabile: siamo al cospetto di uno dei più grandi autori di sempre.
Ma Brian non è solamente il
chitarrista dei Queen, anche se basterebbe questo per considerarlo una
leggenda. È anche un astrofisico che
collabora con la NASA, ha pubblicato
libri divulgativi a carattere scientifico e si è distinto come uno dei massimi
collezioni ed esperti di fotografia
stereoscopica. È anche un tenace sostenitore dei diritti degli animali e patrocina un’organizzazione che punta a
individuare nei partiti politici inglesi tutti coloro che sono in grado di
rendere più “decente” il proprio Paese.
Nel corso della sua carriera Brian May è stato definito in molti
modi, da “uomo rinascimentale” a “genio della chitarra”. Come musicista ha
sicuramente influenzato una moltitudine di artisti, tanto da essere stato
eletto di recente come il più grande chitarrista di tutti i tempi,
riconoscimento sottoscritto da colleghi come Nuno Bettencourt e Joe Satriani. Senza
dimenticare l’importanza che il suo stile ha avuto anche per le leve più
giovani del panorama musicale internazionale come Lady Ga Ga, Katy Perry e
Harry Styles (tanto per citarne alcuni) che più volte hanno dichiarato di
ispirarsi alla musica dei Queen e di ammirare, oltre che Freddie Mercury, anche
Brian May.
Del resto, come abbiamo visto, stiamo parlando dell’autore di We Will Rock
You, The Prophet’s Song, Hammer To Fall, Who Wants To Live Forever, I Want It
All, The Show Must Go On e tante altre canzoni e assoli (pensate a quelli di
Killer Queen e Bohemian Rhapsody) che costituiscono senza ombra di dubbio uno
dei cataloghi musicali più importanti di sempre.
Naturalmente il 1991 (quel maledetto anno!) ha cambiato tante cose,
compresa la percezione che i fan e la critica hanno avuto di Brian May fino a
quel momento.
Pur essendo sempre stato il portavoce della band, quello che si esponeva
maggiormente con la stampa (o le autorità , come nel caso delle esibizioni
Sudafricane dei Queen) e che accettava di buon grado il contatto diretto con i
fan (fenomeno quest’ultimo incrementato dalla diffusione di internet e dei
social, di cui Brian è un notevole fruitore), con la scomparsa di Freddie,
Brian è diventato sempre di più una sorta di atipico frontman.
A torto o ragione, tutto quanto fatto dai Queen dopo il 1991 gli è stato
attribuito, anche quando l’evidenza diceva il contrario. Qualche esempio:
No-One But You doveva essere una sua canzone solista, ma fu Roger Taylor a
insistere perché venisse incisa come una nuova canzone dei Queen (e
all’operazione partecipò volentieri anche John Deacon); per molto tempo Brian
non volle saperne nulla dei Queen, tanto da andare in tour per conto proprio
mentre Roger e John si esibivano (ancora a nome Queen) a Cowdray Ruins; Adam
Lambert è stata un’intuizione attribuibile a Roger Taylor (suo anche il
progetto di una cover band ufficiale dei Queen, i Queen Extravaganza), sebbene
oggi i massimi critici della collaborazione Q+AL ne attribuiscano la paternitÃ
al solo Brian.
Naturalmente alla fine si tratta di scelte interamente condivise, anche da
John Deacon, che continua ad essere un membro “sulla carta” della band, ma
Brian May è diventato il simbolo e la personificazione diretta dei Queen. La
bilancia che misura vantaggi e svantaggi di questa condizione probabilmente
pende a favore dei primi, ma per chi frequenta il web non stupisce sapere che
molti, immeritati strali, siano diretti al chitarrista.
Ma, come ogni buona rockstar, Brian prosegue le sue mille attività ,
traguardando le 74 primavere con ancora indosso la sua fidata Red Special e
infiammando palchi e platee in giro per il mondo, nonostante qualche problema
di salute di troppo (da cui però si sta riprendendo) e una pandemia che ha
fatto slittare al 2021 le prossime attività sue dei QAL.
Chitarrista, autore, scienziato, collezionista, attivista politico e animalista si
diceva. Eppure Brian May non è soltanto questo, perché ognuna di queste
rappresentazioni è destinata al suo pubblico. I fan, temo, tendono troppo
spesso a dimenticare la persona che sta dietro l’artista, col suo bagaglio di
paure, errori, dubbi e infinite debolezze.
Qualcosa della persona abbiamo imparato almeno a percepirla, come si fa
quando ci si accosta distrattamente ad una finestra e si osserva cosa accade
nella casa di fronte. Accade quando è lui stesso, attraverso i social, a raccontarci
parte del malessere che si porta dentro. Non amo indagare troppo su questioni
così personali, ma è un dato rilevante per definire con buona approssimazione
la cifra enorme di questo Artista, in costante lotta contro una parte oscura di
sé, con cui è costretto a convivere e che riesce a tenere a debita distanza
solo suonando in giro per il mondo e cimentandosi in quella iper-attività che
lo vede coinvolto in così tanti progetti.
Così oggi, nel giorno del suo compleanno, non possiamo fare altro che
tributargli un sincero GRAZIE, per
tutta la musica, i libri, i pensieri, le foto in 3-D, le spiegazioni
scientifiche, i concerti con Kerry Ellis e quelli con Roger e Adam…per tutto
quell’Universo punteggiato di note meravigliose che solo lui, Brian May, è in
grado di suonare con la sua Red Special.
BUON COMPLEANNO BRIAN MAY