L’assistente
personale di Freddie Mercury incarna ormai da anni il ruolo della guida e
soprattutto il depositario dei tanti ricordi legati alla sua esperienza
lavorativa e umana accanto al cantante. Oltre a curare una sorta di diario
online, attraverso il quale risponde alle domande dei fan, Peter partecipa
spesso e volentieri ai raduni organizzati per rendere omaggio a Freddie. L’ultimo
in ordine di tempo si è svolto in Olanda.
In occasione del
Dutch Queen Day, realizzato dal Fan Club olandese dei Queen, Peter Freestone ha
risposto ad alcune domande legate a Bohemian Rhapsody. Il biopic arriverà nei
cinema italiani il 29 Novembre ed è certamente una delle pellicole più attese
degli ultimi anni. Ecco alcune delle indicazioni estrapolate dall’incontro con
Peter e i fan olandesi:
Bohemian Rhapsody non
sarà un docu-film e, nonostante l’accuratezza delle ricostruzioni, le licenze
artistiche non mancano. Peter ha fatto l’esempio che forse lascia maggiormente
perplessi, ovvero la circostanza che Freddie avrà appreso (nel film) della sua
sieropositività già nel 1985. Nella realtà , sappiamo invece che la diagnosi non
fu certamente precedente al 1987.
Peter ha svolto il
ruolo di consulente, soprattutto per Bryan Singer, per oltre cinque mesi,
durante i quali ha proposto indicazioni utili alla ricostruzione del periodo
storico ma anche dei vari personaggi.
La cura è stata tale che, ad esempio, all’interno
della borsa da viaggio usata da Rami/Freddie sono stati messi gli stessi
oggetti usati nella realtà , anche se la borsa nella pellicola non viene mai
aperta.
Freestone ha
sottolineato come vedere sul set gli attori protagonisti sia stato spesso un
vero e proprio shock a causa dell’incredibile somiglianza. Ha raccontato che in
alcuni momenti ha avuto il dubbio se di fronte a lui ci fosse Joe Mazzello o il
vero John Deacon
Peter ha lasciato
intendere che le licenze artistiche potrebbero aver stravolto alcuni eventi,
come ad esempio la collocazione temporale di canzoni come Fat Bottomed Girls.
Questo perché determinati episodi si adattavano meglio all'arco narrativo
oggetto dei vari momenti del film.
Bryan Singer ha filmato l'85% del film e conserverà il titolo di regista del film. In altre parole il biopic uscirà con la dicitura "Un film di Bryan Singer". Dexter Fletcher ha terminato il restante 15% e ma non ha intaccato il girato del suo predecessore, quindi nessuna delle scene girate da Singer è stata oggetto di reshooting.
A proposito dell’abbandono
di Bryan Singer, Peter ha spiegato ciò di cui è a conoscenza, ovvero che il
regista aveva chiesto alcuni giorni per visitare la madre anziana e malata
durante le vacanze, ma che questa possibilità gli sarebbe stata negata e da qui
sarebbe nato l’insanabile screzio con la produzione. (naturalmente la versione
della Fox dissente da questa ricostruzione ed è bene tenerlo presente, ndr).
Il film è girato in molto
dei luoghi reali, piuttosto che in studi cinematografici. Non gli è stato
permesso di girare all'interno di Garden Lodge, però, ma hanno ottenuto la
possibilità di utilizzare un'altra casa
nella stessa zona, costruita nello stesso periodo e allestista seguendo le
indicazioni dello stesso Peter. (questa circostanza fa sospettare che Mary
Austin non abbia gradito l’operazione? ndr).
Peter ha spiegato,
sempre in tema di ricostruzioni, di essere rimasto particolarmente sorpreso da
come è stata riprodotta la camera giapponese presente a Garden Lodge.
Il palco/set del Live
Aid è stato costruito dalla stessa compagnia che ha costruito l'originale nel
1985, utilizzando i piani originali (in questo caso quindi il grado di accuratezza
è assoluto, ndr).
Le coreografie del concerto e la continuità sono state verificate in modo esaustivo. Ad esempio, sul set venivano messe a confronto le immagini originali con il girato in corso di realizzazione, al fine di esaminare anche dettagli come il movimento dei cameramen nel concerto.
Indubbiamente le
rivelazioni di Peter Freestone gettano nuova luce sulla lavorazione del film e,
senza alcun dubbio, non mancheranno di scatenare discussioni in attesa dell’arrivo
del film nei cinema di tutto il mondo.
GUARDA IL VIDEO DELL'INCONTRO CON PETER FREESTONE