Queen: De Lane Lea Studios Sessions. La storia delle registrazioni


Risalgono al 1971 e sono considerate tra le migliori testimonianze delle capacità tecniche dei Queen, fino a quel momento rimaste inespresse essendo la band ancora in attesa di vedere pubblicato il primo album. Sono le session che Freddie Mercury, Brian Roger, Roger Taylor e John Deacon incisero presso i De Lane Lea Studios e che fino ad oggi sono circolate in vari bootleg e ufficialmente solo pochissimi anni fa nell'ambito delle ristampe Universal del 2011.


Nati di fatto nel 1970, prima di consolidare la line-up con John Deacon, i Queen iniziarono come tutte le band che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta tentavano la grande scalata al successo, proponendosi in una serie di esibizioni dal vivo, buone per farsi conoscere dal pubblico, dagli eventuali discografici presenti e soprattutto per affinare le proprie qualità, non solo come musicisti ma anche dal punto di vista visivo, come imposto da Freddie Mercury, convinto più che mai della necessità di offrire alla platea un perfetto connubio di suoni e rappresentazione teatrale.

Inoltre in quei primissimi passi il gruppo era alla ricerca di un bassista e, liquidati alcuni musicisti perché ritenuti poco adatti, giunse infine nel 1971 alla scoperta di quel John Deacon divenuto poi fondamentale sotto numerosi aspetti, sia tecnici che qualitativi, grazie al connubio perfetto ottenuto assieme a Roger Taylor per quella che da quel momento in poi sarebbe stata considerata una delle sezioni ritmiche migliori di sempre.

Ma, se al giorno d’oggi per diventare un gruppo di successo è sufficiente affidarsi al produttore giusto e a un manager in grado di vendere più l’immagine che non le effettive qualità artistiche, negli anni Settanta serviva ancora essere musicisti di qualità, se non proprio eccezionali, e una buona dose di fortunate coincidenze.



Una di queste incrociò il cammino dei Queen nel Settembre del 1971, grazie all'incontro occasionale di Brian May con un suo vecchio amico, tale Terry Yeadon, che all'epoca era coinvolto nella apertura di un nuovo studio di registrazione, i De Lane Lea, presso Wembley. Durante un banale scambio di convenevoli, Yeadon manifestò a Brian la necessità di trovare la band giusta per testare i nuovi strumenti appena installati. 

E' probabile che a quel punto Brian abbia pensato qualcosa del tipo: “A caval donato non si guarda in bocca!”, e così dopo aver manifestato immediata disponibilità e raccolto successivamente il favore del resto della band, i Queen si ritrovarono a suonare con uno degli apparati tecnologici più all’avanguardia presenti in quel momento nel Regno Unito. Il destino ci aveva messo lo zampino e non sarebbe stato di certo l'unica volta nella storia del gruppo.

Quella si rivelò un'occasione talmente ghiotta che Freddie e soci accettarono di suonare senza percepire alcun compenso, salvo il ricevere in dono i cosiddetti “acetati” a testimonianza della performance eseguita (gli acetati sono una delle fasi intermedie che portano alla realizzazione finale di un disco in vinile).

Ad affiancare il gruppo fu scelto dalla direzione degli studi il produttore Louie Austin, già forte dell’esperienza maturata con molti altri artisti. Ricorda lo stesso Austin:

I Queen furono estremamente meticolosi. Le loro canzoni vennero suonato una per una e non si fermarono finché non furono soddisfatti dell’idea che intendevano realizzare. Questo tipo di lavoro a volte richiedeva molto tempo, ma fecero il tutto con grande impegno.”

Così i Queen non lesinarono nello spendere le proprie energie e in quei giorni ingaggiarono un vero e proprio tour de force tra i De Lane Studios e quelli in cui provavano abitualmente, dato che incontravano alcune difficoltà con i nuovi strumenti ed erano alla costante ricerca di soluzioni. 

Narra la leggenda, ad esempio, che una delle registrazioni fu flagellata da un fastidioso suono, una sorta di “click” persistente che veniva prodotto quando la band si metteva a suonare in corrispondenza dei cavi di metallo posti al di sotto della pavimentazione dello studio. Così ogni membro del gruppo, per evitare che quel suono finisse inciso sui nastri, era costretto a cercare ogni volta il punto più adatto dove suonare.

Nel frattempo l’esperienza live dei Queen continuava a progredire e raccogliere sempre maggiori consensi, anche in ambito discografico. Durante una delle loro performance il manager dell’etichetta Charisma, Tony Stratton, manifestò un grande interesse per il gruppo. Tuttavia i membri della band decisero di declinare l’offerta contrattuale, ritenendo che la Charisma fosse una Compagnia troppo piccola rispetto alle loro ambizioni, dimostrando così di avere già ben chiara quale fosse la meta che intendevano raggiungere. La vetta, ovviamente!

Alla fine, come la storia ci racconta, i Queen approdarono alla Trident, una casa di produzione di proprietà dei fratelli Norman e Barry Sheffield, possessori peraltro degli omonimi Trident Studio di Soho (già famosi per aver ospitato i Beatles per le registrazioni di Hey Jude), dove i Queen rifinirono i loro primissimi demo, incisi sulla base di quegli acetati nati tra le pareti (e sopra la pavimentazione!) dei De Lane Studios.

In seguito la collaborazione con i fratelli Sheffield si rivelò talmente negativa per il gruppo che Freddie Mercury dedicò loro un pezzo al vetriolo, Death On Two Legs, pubblicata nel 1975 come brano di apertura del loro capolavoro A Night At The Opera (puoi leggere questa storia QUI). Tutto questo, comunque, portò i Queen ad assumere una posizione più forte in ambito discografico che alla fine fruttò la firma di quel contratto con la EMI, divenuto poi un sodalizio ricco di successi e concluso solo in tempi più recenti con l'acquisizione del loro catalogo da parte della Universal.

I demo di cui abbiamo parlato comprendono cinque brani: Jesus, Liar, Keep Yourself Alive, The Night Comes Down e Great King Rat, tutti inclusi nel secondo cd della deluxe edition del primo album della band uscito nel 2011. 


JESUS




LIAR


KEEP YOURSELF ALIVE


THE NIGHT COMES DOWN


GREAT KING RAT



(Fonte: www.brianmay.com)