Intervista a Brian May su Guitar World del 19 Luglio 2015


N.B. Questa intervista anche se pubblicata su Guitar World nel 2015, risale a 4 anni fa.

"Scusami, la mia testa prende ci mette un po' a mettersi in marcia", dice Brian May, sottolineando la frase con una risatina mentre inizia a rimuginare sulla storia dei Queen Il 63enne (oggi ne ha 68) chitarrista parla dolcemente, cercando di rispondere alle domande nel modo più esauriente possibile. Brian May ha un'aria da accademico. Quando era ancora un ragazzo ha frequentato l'illustre Imperial College di Londra, fino a quando non decise di abbandonare gli studi e un futuro promettente nel campo dell'astrofisica per dedicarsi completamente ai Queen. Si stima che la band abbia venduto in tutto il mondo dai 150 a 300 milioni di album. Ma qualunque sia la cifra esatta, di sicuro quella di intraprendere la carriera musicale è stata una mossa intelligente per la carriera di un cosmologo in erba.

Nel 1971 il bassista John Deacon si è unito ai Queen, completando così la formazione assieme a May, al batterista Roger Taylor e al cantante Freddie Mercury. Nel corso dei successivi due decenni sono diventati la perfetta rock band da stadio. Mercury ha sapientemente lavorato con folle enormi, sostenuto da una sezione ritmica granitica che mescolava lo sfarzo di Taylor e l'anonimato intenzionale di Deacon. Da parte sua May, immediatamente riconoscibile sia per la sua montagna di capelli ricci e per il sound unico della sua Red Special fatta in casa, borbottava tranquillamente tra sé mentre cercava di realizzare alcuni dei più memorabili riff del storia del rock.

Il concetto di grandiosità era applicato a tutto ciò che facevano i Queen, comprese le feste, animate da ragazze seminude, senza dimenticare la leggenda dei nani con in testa vassoi colmi di cocaina: "Ho amato il lato sociale della nostra carriera e c'era un sacco di divertimento nel fare le cose che nessuno aveva fatto prima", dice May. "Ma c'era una parte di me stesso molto più privato. Guardando indietro, penso di essere stato un po' troppo solitario, ma d'altra parte forse così ho mantenuto la sanità mentale."

Nel 1991, all'età di 45, Freddie Mercury è morto a causa di una broncopolmonite causata dall'aids Sei anni più tardi John Deacon si è ritirò dalla vita pubblica, lasciando May e Taylor da soli, così come avevano iniziato nel 1968 quando suonavano in una band chiamata Smile. Quest'anno ricorre il 40° anniversario del gruppo e nell'ambito delle celebrazione, i 15 album dei Queen vengono ripubblicati in edizioni deluxe rimasterizzate (il riferimento è ai cd della Universal. A Settembre di quest'anno invece gli album verranno ristampati in vinile nel box The Complete Studio Album Vinyl Collection, ndt). "Sono abbastanza emozionato, in realtà", dice May. "E' davvero un bel po' di lavoro, credo. Ci sono un sacco di piccoli interventi che sono stati fatti per portare questi album più vicini all'esperienza dei vinili originali. Sai, quando per la prima volta apri un LP e senti quel particolare odore. Purtroppo non riusciamo a rifare anche quello ancora, ma stiamo cercando di avvicinarci il più possibile a quel suono. E' un progetto affascinante".

Quali sono state le tue impressioni su Freddie Mercury prima di entrare nei Queen?

Freddie era un personaggio interessante e fiammeggiante che sembrava essere dotato di grande fiducia in se stesso, ma fu presto evidente che era anche molto timido. Ma era anche pieno di entusiasmo, di energia e di idee. Non avevamo idea se fosse capace di cantare o no, davvero. Quando lo abbiamo effettivamente visto cantare con la sua vecchia band, non credo ci abbia convinti del tutto perché era molto sopra le righe. Naturalmente, tutto è cambiato molto rapidamente quando Freddie è entrato in studio e ha iniziato a ha iniziato a fare le cose secondo i suoi desideri. Era molto abile nel trovare il meglio in se stesso.”

Con chi eri più in sintonia all'interno della band?

Questo è complicato. Abbiamo sempre avuto tra noi una complessa interazione su più livelli. Ecco perché ha funzionato, davvero. Sono stato molto vicino a Roger in qualche modo, perché avevamo già in una band insieme. Siamo stati e siamo ancora adesso come dei fratelli. Eravamo vicini nelle nostre aspirazioni e nel modo in cui guardavamo la musica, ma naturalmente anche molto distanti in tante altre cose, come del resto accade in ogni coppia di fratelli.”

Qual è stato il tuo rapporto con Freddie, una volta che è diventato un membro della band?

In un certo senso sono stato molto vicino a Freddie, in particolare per quel che riguarda la scrittura delle canzoni.. In principio eravamo solo io e lui a scrivere il materiale per gli album, più o meno. Abbiamo imparato a interagire in modo molto produttivo senza calpestarci i piedi a vicenda. Al suo meglio è stato un rapporto meraviglioso, devo dire. Ci compensavamo, magari con lui che dava il meglio vocalmente in una mia canzone, oppure accadeva il contrario su ciò che potevo fare io sulle sue. Lui spesso mi diceva "Brian, perché non proviamo questo?', mentre stavo facendo l'assolo di chitarra. Amava quello che facevo, il che è stato molto incoraggiante per me. Lui mi vedeva come il suo Jimi Hendrix, credo, una cosa davvero lusinghiera per me. La maggior parte dei miei lavori migliori alla chitarra li ho fatti proprio sulle canzoni di Freddie, perché lui sapeva esssere davvero stimolante. Quando invece dovevo realizzare le mie cose ero più preoccupato del risultato finale.”

Quando infine avete saputo che Freddie stava morendo, ha voluto continuare a registrare?

Già. Lui amava il momento della registrazione, amava stare in studio e creare fino alla fine, perché ha rappresentato la sua più grande fuga. Così il suo desiderio è stato che registrassimo materiale fino all'ultimo momento. Cantava anche quando non riusciva nemmeno a stare in piedi. Si metteva seduto, buttava giù un paio di bicchieri di vodka e cantava. L'ultima volta che lo abbiamo fatto è stato per il brano Mother Love, che è una delle mie preferite di Made in Heaven. In realtà non è mai riuscito a completarla. Un giorno mi disse: 'Oh, Brian, non posso fare di più. Sto morendo qui.' eppure non ha mai abbandonato l'umorismo e nemmeno l'entusiasmo. Ci scherzava su in realtà.”

Sono state sconvolgenti quelle sessioni finali di registrazione?

A quel tempo, stranamente, abbiamo sviluppato una grande vicinanza, eravamo molto gioiosi come band. C'era questa nube appeso sopra, ma la nube era al di fuori dello studio, non era dentro. Ho davvero bei ricordi di quei tempi. Penso che ci siamo aperti l'uno con l'altro come mai fatto prima. Per la prima volta abbiamo scritto davvero delle canzoni assieme e, sai, in questa cosa c'è sempre un grande elemento di incredulità. Sapevamo quale era la prognosi e avevamo visto quello che era successo alle persone affette da questa malattia terribile, ma non credo che abbiamo mai creduto che potesse accadere a Freddie. Abbiamo pensato, no, qualcosa accadrà, qualcuno sta per trovare una cura. E' Freddie, dopo tutto. Lui è invincibile. Così, quando la notizia è arrivata è stata come un fulmine a ciel sereno.”

Hai avuto la possibilità di dirgli addio?

[Sospira] Questa è una domanda difficile a cui rispondere. Siamo stati con lui molto negli ultimi giorni, ma non era una questione di dire addio; si trattava solo di un momento di condivisione. Freddie era consapevole di quanto stava accadendo e lo accettava. Gli bastava vivere quei moment in cui era insieme alle persone cui teneva. Quindi, no, la parola "addio" non è mai arrivata, ma abbiamo sicuramente raggiunto un posto molto tranquillo.”

Quando nel 1986 avete suonato a Knebworth avevate idea che sarebbe stata l'ultima volta che i Queen suonavano insieme?

No. Freddie ci disse qualcosa del tipo 'Oh, non posso farlo più cazzo, il mio intero corpo è devastato dal dolore!'. Ma lui normalmente le diceva cose del genere alla fine di un tour, quindi non credo che lo abbiamo preso sul serio, davvero.”

A proposito di Bohemian Rhapsody, ti ha colpito come canzone quando l'avete realizzata?

No non credo, nel senso che dopo aver fatto pezzi come My Fairy King per il primo album The March Of The Black Queen per il secondo, eravamo ben in sintonia con le escursioni di Freddie in aree sconosciute, e questa era una cosa che abbiamo apprezzato molto. Personalmente mi piaceva quando si presentava con certe idee perché ci dava l'opportunità di fare qualcosa di interessante. Ad esempio mi piaceva la sfida di creare il giusto sound per far amalgamare nel modo giusto la mia chitarra col suo pianoforte. Così mi ha incuriosito. Ho pensato che sarebbe stata una grande cosa su cui lavorare.”

Qual è il tuo riff preferito tra quelli che hai realizzato?

Probabilmente quello di Tie Your Mother Down, che fa saltare la gente quando la sentono, il che è una bella sensazione.”

Avendo un grado di istruzione così elevato, credi che essere in una band ti abbia fornito gli stimoli intellettuali adeguati?

Questa è una domanda interessante. Suppongo che fossimo un bel gruppo di intellettuali, e infatti avevamo sempre un sacco di discussioni su cose che non riguardavano necessariamente la musica. La musica stessa è molto impegnativa, quindi non ho mai veramente sentito la mancanza di stimoli. Mi piace l'aspetto creativo, Mi piace fare le cose e risolvere i problemi, e quando non lo faccio non mi senti felice. Se non fossi impegnato in qualcosa sarei un disastro. Questo è solo il modo in cui stanno le cose.”

Innuendo, l'ultimo album che avete registrato con Freddie, è stato pubblicato lo stesso anno di Nevermind dei Nirvana. Pensi che se Freddie fosse vissuto, i Queen avrebbero potuto continuare sullo stesso livello dato che il rock si stava dirigendo negli anni Novanta?

E' difficile da dire, davvero. Sono sicuro che avremmo continuato come band. Il fatto che abbiamo continuato ad essere una band è incredibile, quindi suppongo che la risposta sia sì. Voglio dire, ci sembra di essere grandi come non lo siamo mai stati in gran parte del mondo. Abbiamo rivisitato il Sud America con Paul Rodgers qualche tempo fa ed è stato grande quasi come in passato. Abbiamo suonato di nuovo negli stadi. Quindi sì, penso che avremmo continuato a suonare insieme.”

Pensi mai di andare in pensione?

No. Non sono una persona adatta a godersi la pensione.”



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