Queen+Adam Lambert, live at United Center, Chicago, del 19 Giugno 2014


Procession
Now I'm Here
Stone Cold Crazy
Another One Bites The Dust
Fat Bottom Girls
In The Lap Of The Gods
Seven Seas of Rhye
Killer Queen
Somebody To Love
I Want It All
Love Of My Life
'39
These Are The Days of Our Lives
Under Pressure
Love Kills
Who Wants To Live Forever
Guitar Solo
Tie Your Mother Down
Radio Gaga
Crazy Little Thing Called Love
The Show Must Go On
Bohemian Rhapsody
We Will Rock You
We Are The Champions

Don't Stop Me Now
God Save The Queen

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Commento: un concerto è un animale che difficilmente si fa catturare dalla penna. Si agita, cambia forma, sguscia via con uno scatto felino e ti sorprende alle spalle, costringendoti magari dopo ore che il sipario è calato a rivedere le tue idee. Soprattutto un concerto merita di essere giudicato solo dopo averlo visto dal vivo, perché chi lo commenta deve aver vissuto sulla propria pelle l'onda emotiva che dal palco si propaga tra il pubblico. Occorre entrare in risonanza con le note e tornare a casa pieni di lividi, esausti e con quella corrente elettrica che nei muscoli non smette di pulsare e ti impedisce di dormire almeno finché l'alba non ti sorprende a fare chilometri nello spazio angusto della tua camera da letto. Il primo concerto dei Q+AL ci arriva purtroppo solo sul traballante youtube e sebbene la quantità di video e foto sia davvero impressionante (così come i migliaia di commenti che hanno invaso i social network), è necessario restare un passo indietro, come uno sfortunato fan rimasto sprovvisto di biglietto e che riesce a godersi lo spettacolo solo al di là delle porte rimaste rigorosamente chiuse. Non ci saranno immagini e i suoni giungeranno ovattati e così il racconto non può che essere parziale. Tuttavia alcune cose possono essere dette, a partire dall'immagine parecchio controversa che potete vedere qui accanto. “Brian May che mette la corona sulla testa di Adam Lambert. I Queen sostituiscono Freddie Mercury”. Se dovesse capitarvi, com'è successo a me, di imbattervi in questo tipo di commenti, fatevi una risata, di quelle grasse che vi fanno piegare in due e alla fine vi lasciano sulle ciglia piccole perle di lacrime. Subito dopo rispondete con la verità più ovvia: “Non guardate una singola foto estrapolata dal contesto. Cercate il video e vedrete che Brian non fa indossare la corona ad Adam, semplicemente gliela sistema alla fine dello show in quello che deve essere visto come un gesto paternalistico, quello di un uomo che ha di fronte un ragazzo che per due ore ha fatto l'impossibile: ha cantato le canzoni dei Queen”. Per l'ennesima volta ribadire al vostro interlocutore che Brian e Roger né oggi né mai intendono sostituire Freddie, nemmeno se con Adam dovessero incidere un album o fare altri mille tour. Lo stesso Adam trova imbarazzante e ridicola questa idea. Quindi spargente la notizia: quella foto non dice nulla o, meglio, racconta una visione distorta di come sono andate davvero le cose sul palco, con buona pace dei cronisti, di certuni fans e di cantanti in voga (vero Cesare Cremonini?) convinti, preoccupati e inorriditi all'idea che i Queen abbiano un nuovo cantante. Dal 1971 i Queen hanno e avranno sempre una sola voce. Punto.

Sperando di aver definitivamente (ma ne dubito fortemente) superato all'annosa questione, proviamo a dire qualcosa sul concerto in sé. La setlist è certamente un viaggio enciclopedico nella storia della musica e la strizzata d'occhio fatta all'imminente Rainbow è la conferma che i Queen si sentono talmente vivi da voler fare una sorta di tour promozionale, liberato finalmente da quel latente senso di nostalgia che ha caratterizzato tutta l'esperienza (comunque importante) fatta con Adam Lambert. L'ulteriore prova è data anche dalla presenza di Love Kills, prima vera anticipazione di quel Queen Forever che arriverà a fine anno. Se una lamentela va fatta, personalmente la indirizzo alla circostanza che i Q+AL, pur avendo inserito canzoni magnifiche e lontane dalle scene per troppo tempo (penso a Now I'm Here, tanto per citarne una), non hanno osato con l'introduzione di pezzi mai fatti dal vivo (The Miracle, Innuendo....ma l'elenco potrebbe durare ore), attesissimi dai fans che, in ogni caso, non possono non aver goduto delle scelte fatte (e delle prossime, perché magari altre sorprese ci attendono).

Il palco credo possa essere considerato senza tema di smentita il più bello mai visto negli show dei Queen. Finalmente ci si è affidati ad una produzione capace di realizzare effetti in grado di rappresentare la musica della band in una chiave moderna che però non sovrasta chi sta sul palco, ma lo accompagna e abbellisce. Troppo spesso negli ultimi anni si è assistito a concerti nei quali a contare di più erano soprattutto le coreografie, con la conseguente mortificazione della musica, relegata a banale comprimario di uno show fatto di laser, video e luci. Maestri del campo (da sempre) i Pink Floyd e, in effetti, il nuovo palco dei Q+AL richiama quello stile (l'occhio centrale pinkfloydiano qui trasformato in una grande “Q” mobile) e proprio come in quel caso abbellisce senza soffocare i suoni. Su questi ultimi ci sarebbe tanto da raccontare e spiegare ma, come detto al principio, la scarsa qualità delle testimonianze a disposizione mi lasciano addosso il timore di mancare l'obiettivo o di eccedere verso la vetta dell'entusiasmo o la china della critica. Sicuramente sul palco alcuni errori sono stati commessi e la performance può essere migliorata. Ma è solo il primo di una lunga serie di concerti e c'è tempo di grattare via l'immancabile ruggine che si deposita sulle dita, ma anche l'emozione che magari ti fa mancare una nota ma che sicuramente rende tutto più vero e sincero. Intanto, a proposito di tempo che scorre, è già il momento di voltare pagina perché stanotte si torna in scena e domani sarà un altro giorno di foto, video, commenti e ricerca di notizie. Bentornati campioni!  

@Last_Horizon