Intervista a Jer Bulsara, la mamma di Freddie Mercury, per il Telegraph dell'8 Settembre 2012

La madre di Freddie Mercury sta guardando la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra, quando l’immagine del suo adorato figlio improvvisamente appare sullo schermo gigante presente allo stadio. “Non ho potuto fare a meno di gridare: Oh, mio caro ragazzo, dove sei? Mi manchi così tanto“. Poi sul volto di Jer si dipinge un sorriso impertinente: “Hanno fatto vedere anche delle immagini di John Lennon, ma per il mio Freddie l'applauso è stato molto più forte”. E' con queste parole che la mamma di Freddie esordisce nell'intervista esclusiva che ha concesso al Telegraph all'indomani della chiusura delle Olimpiadi del 2012, la cui cerimonia ufficiale ha visto alternarsi su palco grandissimo nomi della musica, compresi Brian May e Roger Taylor nella performance più bella e toccante, con il pubblico rapito dai vocalizzi di Freddie del leggendario concerto di Wembley '86. Freddie, il cui vero nome era Farrokh Bulsara, è morto nel 1991 per le complicazioni dovute all’aids, ma per sua mamma Jer, ormai quasi 91 enne, il figlio è in qualche modo ancora vivo anche grazie all'immensa e continua popolarità raggiunta. Inevitabilmente quando si parla di lui la voce della sua mamma è ancora rotta dall’emozione.

“Non mi sembra morto da così tanto tempo. La sua presenza vive nell'immenso amore dei fans che ancora oggi lo venerano, sebbene nessun amore sarà mai grande come quello di sua madre”, dice la signora Bulsara, che vive in un appartamento con tre camere da letto a Nottingham. E' una donna piccola è un po’ curva, ma la sua mente è forte e gli occhi gentili brillano quando si parla del suo ragazzo. A darle forza è anche la sua fede zoroastriana, che continua a praticare nella riservatezza che ne ha sempre contraddistinto lo stile di vita. Se ha deciso di rompere il silenzio è perché, oltre all'esibizione dei Queen per le Olimpiadi, il 2012 ha visto anche l'uscita del documentario “Freddie Mercury, The Great Pretender” e dell'omonimo libro fotografico, che la stessa Jer sfoglia durante l'intervista, ripercorrendo con lo sguardo la carriera e la vita da rock star di Freddie. Si può solo immaginare quanto sia stato difficile per dei genitori così religiosi accettare lo stile di vita così sopra le righe com'era quello del figlio, divenuto ad un certo punto anche dichiaratamente gay in un'epoca nella quale pregiudizi e difficoltà erano davvero enormi. Ma per fortuna l’amore ha superato tutto e Freddie ha sempre cercato di proteggere la propria famiglia evitando che su di essa potessero accendersi gli irriguardosi flash della stampa scandalistica. Di fatto il cantante dei Queen è stato per molti anni un mistero proprio dal punto di vista delle sue origini, e solo dopo la sua morte anche i fans ne hanno potuto conoscere dettagli rimasti fino ad allora gelosamente custoditi dallo stesso cantante. E' la stessa Jer a rivelare che il figlio ha sempre mantenuto un certo distacco tra il suo lavoro e la famiglia. “Era gentile e molto rispettoso dei suoi genitori”. Il papà di Freddie, Bomi, cassiere dell’ex British Colonial Office, il ministero delle Colonie Britanniche, è morto dieci anni fa all’età di 95 anni.


Naturalmente il cantante non ha mai affrontato in famiglia il tema della propria sessualità, né della malattia che lo ha colpito: “Freddie ci ha protetti non discutendo mai di certe questioni. Probabilmente oggi sarebbe molto diverso, ma allora per lui sarebbe stato davvero molto difficile confidarci certe cose e noi abbiamo rispettato i suoi sentimenti”. Quando il cantante stava per morire la mamma è andata ovviamente a fargli visita più volte. ”Non serviva parlarne. Sapevo che era molto malato”. Freddie era nato a Zanzibar nel 1946, mentre gli studi giovanili lo hanno portato a frequentare un College in India a partire dall'età di otto anni. “Abbiamo sempre cercato di instillare in lui dei buoni, come il rispetto della famiglia e a dare il 100% nelle cose che faceva, e anche se non era religioso, ha rispettato i nostri insegnamenti”. La fede zoroastriana crede in un Dio invisibile e si fonda su tre principi fondamentali: buoni pensieri, buone parole e buone azioni. Freddie ha sempre amato cantare e ha creato la sua prima band quando aveva 12 anni. Nel 1964, a seguito dei moti rivoluzionari che investirono l'isola di Zanzibar, la sua famiglia, compresa la sorella Kashmira, decise di rifugiarsi nel Regno Unito e di stabilirsi in una una villetta a schiera a Feltham, nel Middlesex. Quel cambiamento segnò un momento fondamentale nella vita del giovane Freddie. Ovviamente Jer e Bomi ambivano per il figlio una vita tranquilla e un posto di lavoro sicuro: “La maggior parte dei componenti della nostra famiglia sono avvocati o commercialisti, ma Freddie insisteva nel dire che non era abbastanza intelligente e che voleva suonare e cantare. Mio marito ed io abbiamo sempre pensato che fosse una fase di transizione e che, una volta cresciuto, sarebbe presto tornato in sé e avrebbe fatto studi adeguati. Ovviamente non è successo”. Freddie, infatti, ha frequentato l’Ealing Art College, dove ha conseguito un diploma in arte e design grafico, dove ha potuto mettere in mostra una certa bravura nel disegno e nelle arti grafiche in genere, divenute poi parte integrante delle attività dei Queen: ”Ho provato grande tristezza quando Freddie ha deciso di lasciare la nostra casa per trasferirsi in un appartamento nella zona ovest di Londra“, ricorda Jer. Il fatto è che all'epoca, nella piccola realtà di Feltham Freddie non riusciva ad esprimere appieno le proprie potenzialità e di questo la madre ne era consapevole: “Ha sempre amato tanto la mia cucina, in particolare i dahls, un piatto agro-dolce a base di carne macinata e biscotti al formaggio. Quando Freddie divenne famoso e aveva gente a cena a volte mi chiedeva di prepararli per i suoi ospiti. Era così generoso, troppo credo. Un giorno mi ha comprato un set completo di posate in argento antico. Naturalmente non l'ho mai usato perché era troppo elegante. Ci ha anche invitati a casa sua per provare la cucina del suo cuoco personale. Io avevo l'abitudine di andare in cucina per dare un mana, ma Freddie insisteva nel dirmi che dovevo restare seduta e rilassarmi”.

Freddie ha avuto innumerevoli amanti, ma la sola persona che ha definito l’amore della sua vita è stata Mary Austin, conosciuta attraverso Brian May quando lei aveva solo 19 anni e lavorava come PR per la boutique Biba, nei primi anni settanta. Sono stati insieme per sette anni e Freddie l'ha descritta anche pubblicamente come la propria convivente, sottolineando che era l’unica persona che ha veramente amato. A prova di ciò a Mary ha destinato gran parte dei propri averi, compresa l'amatissima casa di Garden Lodge, oltre al 25% dei proventi dei diritti d'autore delle sue canzoni. Di Mary Jer ha un ottimo ricordo: “Lei era molto bella e spesso veniva da noi a pranzo. Avrei voluto che Freddie si sposasse con lei e avessero avuto una vita normale, con i bambini. Quando hanno deciso di interrompere la loro relazione sapevo che sarebbero rimasti comunque uniti e infatti sono rimasti amici fino alla fine. Da quando lui è morto però non l'ho più vista. Ma sono felice che Freddie le abbia lasciato gran parte della propria eredità. Mary era per noi un membro della nostra famiglia e lo è ancora oggi”. Mary che oggi ha due figli, Richard, che Freddie conosceva, e Jamie, nato poco dopo la sua morte vive ancora nella splendida villa di Freddie, meta di costante pellegrinaggio da parte dei fans.

Nel giro di un paio d’anni dalla morte di Freddie, ci sono stati notevoli progressi nel campo della medicina e nel trattamento dell’infezione da hiv e alcuni credono che se avesse resistito un po’ di più, forse avrebbe potuto salvarsi. Ma la signora Bulsara ha un approccio più filosofico su questo argomento: “Quel giorno del 1991 fu tristissimo, ma secondo la nostra religione, quando è il momento giusto non si può cambiare e devi accettare di dover andare. Dio lo amava di più e lo voleva con lui e questo è ciò che tengo sempre bene a mente. Nessuna madre vuole vedere morire il proprio figlio ma, non posso dimenticare che nella sua breve vita ha fatto di più per il mondo di quanto non sarebbe riuscito a fare se fosse vissuto anche cento anni. Dopo la sua morte ci mancava così tanto che io e mio marito abbiamo deciso di trasferirci a Nottingham, dove mia figlia Kashmira viveva con il marito Roger, in modo da poter essere vicini ai nostri due nipoti. Qui mi sento felice e tutte le belle cose che accadono attorno al nome di Freddie mi danno grande conforto. Ci sono così tante tribute band che lo omaggiano e sono stata circa sei volte a vedere il musical We Will Rock You”. La signora Bulsara è particolarmente colpita dal libro The Great Pretender, che contiene fotografie di Freddie che ne ripercorrono la vita da quando aveva sei mesi fino a poco prima della sua morte. Il libro contiene anche un cd con un'intervista al cantante risalente agli anni '80. Il viso di Jer si illumina ogni volta che scorre le pagine e il suo sguardo incontra un'immagine del figlio: "Come madre penso: che cosa è questo?", dice ridendo e indicando un abito particolarmente sgargiante. “Spesso gli ho detto che non mi piacevano i suoi vestiti e ho cercato di convincerlo a tagliare i capelli, ma mi spiegava che era una cosa che devi fare quando sei nel mondo del pop e così a poco a poco ho imparato ad accettarlo. Ma, qualunque cosa facesse o indossasse, ho sempre visto in lui il bambino che conoscevo e che sapevo essere dentro di lui”.