Intervista a Roger Taylor su Record Collector del 25 Dicembre 2013

Roger Meddows Taylor, leader dei The Cross, artista solista e batterista di una band chiamata Queen, è uno dei pochi selezionati batteristi rock ad aver raggiunto lo status di nome familiare del gota dei batteristi assieme a musicisti come Keith Moon, Ringo Starr e Phil Collins. Abita in un maniero signorile della del Surrey, circondato da una vasta tenuta verdeggiante. E soffre di acufene, anche se con l' aiuto di un medico di Harley Street riesce a tenere il disturbo sotto controllo.

"E' qualcosa che posso gestire", spiega mentre sta seduto nello studio sul retro della sua villa. "E' tutto collegato all'atteggiamento mentale, che deve essere positivo. Le persone tendono ad essere infastidite da questo problema e questo lo rende peggiore. È psicosomatico."

Roger possiede un altro requisito da rock star: diversi tatuaggi, sulle braccia e in altri punti del corpo:

“Amo i tatuaggi. Mi sono appassionato molto tardi a questo genere di cose e probabilmente questo è il modo migliore. Non importa più a nessuno se li faccio e non c'è nessuno a dirmi cosa fare e cosa non fare. Fottetevi!”



Ma a chi stai dicendo "fottetevi"?
"Ad ogni tipo di autorità. Qualcuno mi ha sempre detto cosa fare. Sono stato sempre così. Non mi piaceva ricevere ordini. Odio quando mi si dice cosa devo essere detto cosa fare . "

E' incredibile quanto velocemente le band si siano storicamente trasferite in periferia, dai Beatles in poi. Hai fatto lo stesso, presumibilmente per la privacy o è piuttosto un'opportunità per ostentare la tua ricchezza?
“Sì, assolutamente. Mi ricordo che quando andavamo in giro ci sentivamo intrappolati dovunque andassimo e non sentivamo di poter uscire o avere alcun tipo di privacy. Amo Londra, credo che sia il fulcro del mondo, ma sono cresciuto in campagna e si arriva qui per avere la pace.”

Essere in una band di grande successo ti deve far sentire contemporaneamente invincibile e vulnerabile, onnipotente, ma sempre in mostra?
“Penso che sia un pazzo chi si sente invulnerabile.”

Anche sul palco del vostro show più maestoso al Live Aid?
“No, anche in quel caso l'unica preoccupazione che hai è che qualcosa possa andare storto!”

Qual è stato il tuo momento di suprema invincibilità, se ne ha mai avuto uno?
“Non ne ho mai avuto uno. Ho avuto molti momenti alti enormi e di grande soddisfazione, di solito dopo uno spettacolo. Non è mai così prima di uno show, che è una situazione molto tranquilla. La maggior parte delle persone ha a che fare con i propri nervi e cerca di restare tranquilla e di mettere a fuoco la situazione, perché hai un lavoro da fare e bisogna farlo correttamente. Non credo che qualcuno provi una buona sensazione sul palco appena ci sale su.”

Nick Cave mi ha detto che prova un vero e proprio disgusto per se stesso poco prima di andare in scena. Tutti i dubbi e le ansie gli piombano addosso in quel momento.
“So esattamente cosa intende dire, anche se questo è un modo molto angosciate di metterla giù. Ti senti più in una dimensione da auto-interrogatorio. Non mi spingerei però fino al disgusto.”

Qual è stato il primo disco che hai comprato?
“Penso che fosse un 45 giri di Little Richard Poi ho comprato un disco degli Shadows, una band che amavo.”

Sei in contatto con i membri delle tue prime band, The Reaction o i The Bubbling Over Boys?
“No. Quando ero con i Bubbling avevo otto o nove anni. Nei Reaction ero un adolescente, ma non siamo in contatto. E Tim Staffell degli Smile lo vedo molto raramente.”

La musica che facevi con queste band era Merseybeat e rock mod?
“No , suonavamo del soul. Questo è ciò che i ragazzi nei pub e nelle discoteche volevano. La loro idea di soul erano cose come Geno Washington & The Ram Jam band Ovunque , c'era gente che cantava 'Geno! Geno!'. Abbiamo anche suonato delle cose di Otis Redding, poi ho cercato di orientarmi verso Jimi Hendrix, una cosa difficile perché non era ancora musica tradizionale.”

Hai visto Hendrix dal vivo?
“Sì, 14 volte! Siamo stati molto influenzati da lui. Ho visto quel famoso our con Hendrix, i Pink Floyd, i The Move e gli Eire Apparent On The Bill. Fu incredibile. Jimy era il miglior performer dal vivo che avessi mai visto.”

Hai ancora il tuo primo ukulele?
“No. Era terribile, un finto hawaiano. È costato circa due sterline. Avevo otto anni. Volevo essere come Lonnie Donegan che avevo visto in tv. C'era più musica in tv negli anni '50 e primi anni '60 di quanto ve ne sia adesso, il che è disgustoso e patetico. Le persone alla BBC sono burocrati stupidi che non capiscono quanto siamo bravi in questo paese. Siamo bravi a fare musica. Abbiamo conquistato il mondo con i nostri artisti.”

Povero vecchio Top Of The Pops.
“Il loro errore è stato di non contemplare mai un album. Proprio quando i singoli stavano diventando irrilevante negli anni '70 a vantaggio degli, loro hanno ignorato questo processo. Sembro graffiante? Lo sono assolutamente.”

Ti ricordi la tua prima esperienza a Top Of The Pops?
“Sì. Eravamo da soli perché registrammo in studio. Credo che ci fosse uno sciopero e Bowie aveva cancellato la sua performance, così abbiamo ottenuto il suo spazio. Ci invitarono per Seven Seas Of Rhye. Era un piccolo studio e hanno girato senza pubblico.”

Il giorno dopo nei cortili delle scuole se ne deve essere parlato in modo confuso.
“Già, probabilmente in molti sono chiesti chi fossimo e chi era quel tipo rampante agghindato con delle piume. Questo era il punto di Top Of The Pops: fare una comparsata e convincere la gente a parlare di te, si spera con della buona musica alle spalle.”

Pianificavate il vostro abbigliamento?
“Dicevamo sempre che ci saremmo vestiti di bianco o di nero, o entrambi. Nessun colore. Pensavamo che i colori non fossero cool. Freddie e io ce ne intendevamo abbastanza di abiti.”

***


La moda, visto che gestivi una bancarella di abiti a Kensington con Freddie o l'odontoiatria avrebbero potuto essere carriere alternative per te?
“Non ho mai avuto intenzione di essere un dentista, diciamocelo. Ed ero pure una merda come imprenditore di abbigliamento.

I Queen hanno avuto uno stilista?
“No. Freddie si è affidato a gente che faceva i suoi vestiti e Zandra Rhodes ci ha fatto un sacco di roba, che ho indossato una volta a Aylesbury e mi ha fatto sudare così tanto che non ho mai più indossato.”

Parlavate tra di voi di come riuscire a superare in bizzarria le cose che faceva David Bowie?
“No, non abbiamo provato a superarlo. Lui faceva le sue cose e pensavamo fosse fantastico . Da parte nostra pensavamo di fare le nostre cose in un modo diverso.”

Agli inizi della vostra carriera avete stretto rapporti con altre band?
“Beh, all'epoca di Top Of The Pops abbiamo legato con gente come gli Slade. Noddy e Jimmy Lea erano persone deliziose. C'era un sacco di merda, naturalmente, ma ai concerti incontravamo grandi gruppi. Abbiamo conosciuto i Mott The Hoople e siamo stati la loro band di supporto in Inghilterra e in America. Alla fine degli show salivamo tutti sul palco per cantare All The Young Dudes. Sono stati una grande rock band. Abbiamo imparato molto da loro.”

Avete fatto un tour con 10CC?
“No , ma abbiamo fatto un concerto con loro. Erano eccellenti. Abbiamo assistito a parecchi dei loro spettacoli. Facevano grande roba inventiva.”

Prima di realizzare Bohemian Rhapsody, i Queen avevano ascoltato la mini opera dei 10CC Une Nuit a Paris?
“No. Mi ricordo di un mio amico che me la fece ascoltare e mi innamorai dal loro album che era fantastico. Ma non so se qualcuno di noi l'abbia mai sentito.”

I Queen potevano essere considerati art-rock? Durezza e armonia assieme?
“Quest'ultima definizione è più giusto. Non volevamo essere incasellati. Non stavamo cercando di adattarci ad uno schema. Siamo andati in tutti i tipi di direzione. Non eravamo glam rock, ma eravamo teatrale. Eravamo hardrock e aveva potenti armonie. “

Ad influenzarvi sono state le armonie dell'album Abbey Road dei Beatles?
“Non proprio, anche se in parte sì.”

C'era una band dell'epoca in cui avete iniziato che, in termini di dimensioni e ambizioni, ha influenzato i Queen?
“Sì, Led Zeppelin. Ci piaceva tutto di loro. Ricordo che seguimmo il loro tour quando erano assolutamente al loro picco in America. Noi non avevamo ancora avuto show di quelle dimensioni.”

I Queen quando hanno suonato la prima volta in un'arena?
“Abbiamo prima suonato nei grandi collage. Ricordo il nostro primo concerto al Madison Square Garden. Ero abbastanza nervoso.”

E' strano come le grandi rock band, Lez Zeppelin, Pink Floyd e voi stessi, agli inizi siate stati bersaglio di pessime recensioni.
“Sì, mi ricordo ad esempio la terribile recensione per Electric Ladyland di Hendrixscritta da Chris Welch del Melody Maker . Ricordo che dopo averla letta pensai: 'Sei sordo, idiota? Pensavo fossi un uomo intelligente!'. Io pensavo che quell'album fosse meravigliosamente innovativo. Ma credo che non si adattasse a ciò che volevano i critici.”

Ti ricordi la tua prima recensione?
“No. Ma era sicuramente tra quelle negative. Ricordo il Melody Maker che ci accusò di essere un 'supermercato rock' , qualunque cosa significhi questa cazzata. Non credo che Freddie sia mai andato in un supermercato!”

Freddie ha avuto un sacco di bastonate dalla stampa. C'era ad esempio il titolo di NME accanto ad una sua foto in body bianco che diceva: 'È quest'uomo un cretino?' I Queen hanno mai cercato di vendicarsi dei ?
“Non mai. Ma a Los Angeles una volta ho visto John Bonham sollevare un ragazzo della rivista Sounds per la collottola e dargli un pugno nello stomaco."

E non sei andato ad aiutare il giornalista?
“No! Ero completamente d'accordo con Bonham. A quanto pare, questo giornalista aveva scritto una recensione negativa che gli aveva rovinato la colazione.”

I Queen sembravano sempre troppo ben educati per fare qualcosa di simile.
"Questo non è affatto vero. Dopo un po' abbiamo smesso di preoccuparci per le critiche. Dopo aver ricevuto un sacco di merda e diventi famoso, ti rendi conto ciò che conta davvero è che alla gente piace ciè che fai. Se agli altri non piace, bene, si fottano."

Siete mai arrivati allo scontro fisico durante qualche discussione?
"Mai in assoluto. Eravamo intelligente e non arrivavamo a certe cose. Abbiamo avuto i nostri battibecchi."

C'è mai stato un momento in cui siete stati vicini allo scioglimento ma di cui non abbiamo mai sentito parlare?
"Oh, sono sicuro che tutte le band si avvicinano alla rottura ogni tanto. Ma la ragione prevale. Non ho mai avuto un dissapore con Freddie, davvero."

Chi era il diplomatico e il pacificatore di voi quattro?
"Io, probabilmente."

E quello più selvaggio?
"John Deacon. Aveva l'abitudine di scomparire."

Per fare cosa?
"Non ne ho idea. Una volta trovammo sul suo basso un biglietto che diceva: 'Gone a Bali'. Tornò due settimane più tardi. Questo accadde nei primi anni '80."

TO BE CONTINUED


@Last_Horizon